KIBONGO È SALITO IN CIELO
Voto: 7.5
Nella tradizione orale del Ruanda c'è una storia simile a quella dell'ascensione al Cielo di Gesù e del profeta Elia: è la vicenda del principe Kibogo, salito su una nuvola per riportare la pioggia sul Paese.
Lo ricordano gli anziani, e l'officiante Mukamwezi conduce i saggi del villaggio sulla montagna proibita per invocare il mitico principe e far cessare la siccità.
Ma i padri missionari e i catechisti non vedono di buon occhio le usanze pagane ancora radicate tra la popolazione.
Molte persone infatti, accostano Kibogo a Yézu e indossano ancora antichi amuleti.
Un antropologo -- mal visto dai conservatori bianchi -- si reca a fare studi sul campo sulla collina e molti si chiedono cosa voglia davvero ottenere.
Come scrive Coetzee, "Mukasonga soffia su un mondo scomparso e lo riporta in vita in tutta la sua vivace multiformità".
Il libro è dunque una riflessione su come gli studi etnografici e persino il turismo possano resuscitare una cultura che ormai si è ibridata (gli uomini bevono Primus occidentale ma anche birra di banane; i giovani giocano a calcio con divise da bianchi oppure vengono reclutati come danzatori tradizionali per rappresentazioni che però hanno ormai un sostrato debole).
Il romanzo mi ha fatto riflettere sulla pervasività transnazionale di alcune credenze: uno dei ragazzi che accompagnano l'antropologo sul monte si chiama Kabwa -- "cagnetto -- esattamente come il protagonista di BREVEMENTE RISPLENDIAMO SULLA TERRA si chiamava Little Dog, perché era usanza anche un Vietnam dare il nome di una cosa di poco conto, spregevole, ai figli per proteggerli dai demoni.
Ho trovato interessante la descrizione della figura dell'antropogo, il sincretismo e la designazione del Ruanda come insieme di "chefferies" (modello sociale più complesso di quello per tribù, ma meno complesso dello Stato), nonostante l'arrivo di tedeschi e belgi.
Ho purtroppo riscontrato alcuni fastidiosi errori di traduzione.
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