LA FABBRICA

 


Hiroko Oyamada, Neri Pozza 

Voto: 9.5

Yoshiko ha ventisei anni e ha già cambiato cinque impieghi. Ora è stata assunta alla Fabbrica, nella Squadra Distruttori -- un' ufficio che si occupa di triturare documenti. Ma perché quell'incarico così monotono, semplice e ripetitivo non è stato affidato a dei robot? 

Yoshio è un ricercatore in una piccola università di provincia, un briologo esperto in muschi; poi un giorno viene praticamente costretto dal suo professore-referente ad accettare un lavoro alla Fabbrica: si dovrà occupare da solo del nuovo progetto di inverdimento dei tetti. Un compito quasi impossibile, anche perché nessuno gli spiega come procedere.

Il terzo protagonista è il fratello di Yoshiko, che viene licenziato dal suo posto di tecnico informatico e, alla Fabbrica, è assegnato al reparto correzione di bozze. Anche questo è un compito tedioso, che si potrebbe svolgere molto più velocemente con l'ausilio di computer, e invece gli impiegati lavorano con fogli, penne rosse e Post-it. Perché la Fabbrica impiega in modo tante sconsiderato le risorse umane?

I personaggi sentono crescere il senso di alienazione insito nella loro routine quotidiana.

La Fabbrica è una vera e propria città, un mondo a parte, con ristoranti, negozi, locali... E ci sono strani animali che sembrano vivere solo al suo interno: nutrie giganti, cormorani completamente neri e lucertole che si nutrono di detersivo. Quale relazione hanno con gli impiegati?

Con humour nero, Hiroko Oyamada racconta il lavoro ai tempi della crisi economica, mettendo ben in evidenza le gerarchie tipiche della società giapponese.

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