UNA DOTE DI SANGUE

 







S. T. Gibson, Mondadori


Voto: 7.5

Una giovane, vittima di una guerra dimenticata che ha sterminato la sua famiglia, viene salvata da un nobiluomo riccamente vestito, che le propone un patto di sangue e la vita eterna. L'azione inizia nella Romania di metà Quattrocento e si snoda per tutt'Europa fino agli anni Trenta del Novecento.

Il nobile dà un nome alla ragazza che, bevendo il suo sangue, diventa sua sposa, la sua Costanta. 

Ma l'amore di questo Signore ammaliante diventa via via più soffocante e pieno di regole e restrizioni, fino a negare la libertà a Costanta e agli altri sodali (Magdalena e Alexi).

La situazione si spinge al limite, tanto che i tre temono per le proprie vite, perché scoprono che anche un vampiro può essere ucciso. 

Attraverso una storia horror, l'autrice descrive quella che oggi si chiamerebbe "relazione tossica" (locuzione che a m personalmente non piace) e ne sovverte il finale, rendendolo imprevedibile e dando gusto e colore al romanzo.

È naturale fare confronti con altre storie di vampiri.

Ho trovato  punti di contatto con il film SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO di Jim Jarmush, non tanto per la trama (perché il rapporto tra Adam e Eve è sempre paritario), ma per i viaggi in giro per il mondo che compiono i due.

Paragone ben più calzante si potrebbe portare con IL BATTELLO DEL DELIRIO di George R. R. Martin, per quella curiosità che spinge sia il signore sia il protagonista de IL BATTELLO a condurre studi medico-chirurgici per determinate la differenza tra umani e vampiri. 

In entrambi i libri poi, gli Umani vengono designati come "prede", "bestiame" ma mentre Martin prova a suggerire una forma di convivenza pacifica (cosa che a suo modo fa anche Jermush nel suo film, fino ad un certo punto), S. T. Gibson non si libera di questa particolare dicotomia (anche se Alexi arriva a metterla in dubbio facendosi degli amici tra gli attori), e alla fine resta sul piano del rapporto di caccia.

Lo stile è magistralmente denso di poesia e carico di significati che riportano tutto nella giusta prospettiva della metafora. Peccato per la traduzione pessima, con passaggi che italiano stridono proprio.

Non mi hanno fatto impazzire le numerose scene di sesso piuttosto dettagliate, ma capisco che probabilmente queste siano state scritte in maniera strumentale per dare quel tono di erotismo e di seduzione tipico di tutte le vicende di vampiri, da DRACULA  di Bram Stoker a L'IMPERO DEL VAMPIRO di Jay Kristoff. 

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