LA VITA DEGLI INSETTI



Viktor Pelevin, Minimum Fax (1993)

 Voto: 8

 In Crimea, tre personaggi discutono di un affare da avviare a Mosca: parlano di testare il prodotto russo. 

Solo in seguito si capirà che i tre sono in realtà zanzare e il prodotto è l'emoglobina degli esseri umani.

Tra filosofia e umorismo, Viktor Pelevin fa parlare gli insetti - le falene, le mosche... in una narrazione post-moderna della condizione della Russia contemporanea.

Cosa sono le zanzare che trattano con un loro simile statunitense se non la rappresentazione del complesso equilibrio  odierno tra le due super-potenze?

E la mosca che ha una "relazione" con un militare e resta gravida fino a diventare così grossa da non riuscire ad uscire dalla sua umile tana. Solo una delle larve sopravvive divorando le altre, segno delle antiche vestigia zariste/ sovietiche che diventano qualcosa di nuovo, vuoto, violento e brutale.

Le due falene che  disquisiscono di filosofia e del significato della vita e della morte sono il segno degli esseri umani, che per natura tendono all'uno o all'altro polo.

A mio parere il senso ultimo del libro è kafkiano, in quanto si evince che siamo tutti insetti, tanto triturati nella macchina spersonalizzante del totalitarismo, quanto immersi nel consumismo e nella globalizzazione.

In un certo qual modo, questa era anche la tesi che soggiaceva ne I GUARDIANI DELLA NOTTE, un Urban fantasy ambientato a Mosca, nel quale  i vampiri avevano una sorta di permesso statale per attaccare gli umani e il compito dei "guardiani" era semplicemente accertarsi che le limitazioni non venissero valicate.

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