TRA DUE OCEANI


Cristina Henríquez, NN EDITORE

VOTO: 9

1906/ 1907: gli statunitensi avviano il grande progetto del Canale di Panama. Per Francisco, un pescatore che vive sulla costa, questo non è segno di progresso ma di invasione: le città sono diventate mostri in cui i nomi di strade e palazzi sono in inglese e persino la gente non parla spagnolo. Si è ricreata qui la separazione che affliggeva l'America in maniera razzista: da una parte i neri (l'autrice fa uso esplicito della N-word per marcare la differenza e il disprezzo insito nel discorso, ma anche per situarli all'interno del contesto storico); da una parte chi veniva pagato in oro, dall' altra chi veniva pagato in argento. 

La storia di Panama si ripete: prima l'oppressione degli spagnoli, poi l'annessione alla Gran Colombia, fino alla guerra del 1899 dalla quale il Paese esce solo grazie all'intervento (non disinteressato) degli Stati Uniti.

Per Omar - figlio di Francisco - e indirettamente anche per Ada, il Canale è un occasione di crescita sociale, almeno fino a quando non vedranno con i loro occhi la realtà.

Il personaggio di Ada apre poi a un nuovo scenario. Lei è un immigrata da Barbados, e così il lettore pregusta anche altri paesaggi tropicali: la maggior parte dei lavoratori addetti al Canale venivano infatti da fuori, per lo più dai Caraibi di lingua inglese.

Altro protagonista della storia è l'ambiente naturale, con le sue piogge torrenziali onnipresenti, le piante e le zanzare che portano malattie: la febbre gialla prima e poi la malaria, che il dottor John Oswald tenta di debellare. Non è un'impresa facile. Nulla, all'infuori del cantiere, sembra progredire o portare a un risultato.

Lo stile di Henríquez è onirico: da una piccola cosa, una frase, un ricordo, si passa a parlare di eventi passati, in una concatenazione che mi ha ricordato un po' García Márquez.

Dato che viene citata anche la cittadina di Limón - in Costa Rica - ho letto la graphic novel CARTOLINE DA LIMÓN di Edo Brenes. Si tratta di una sorta di memoir che ricostruisce l'intricata storia di famiglia dell'autore. La Natura qui viene presentata in maniera benigna (sempre nella stagione secca) in un periodo che va dai tardi anni Quaranta ai primi Sessanta, ma i colori perlopiù pacati mi hanno dato comunque l'idea di qualcosa di ovattato, esattamente come avviene nel libro di Cristina Henríquez: tutto viene in qualche modo assorbito, ogni cosa è vana (come il tentativo dei francesi di costruire il Canale prima degli americani).

TRA DUE OCEANI mette in luce in maniera critica la grande arroganza dei Paesi occidentali nei confronti dell'Altro.

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