NELL'ARMADIO



Tereza Semotamová, Miraggi Editore 

Voto: 7.5


Hana torna a Praga dalla Germania nascondendo a tutti il vero motivo, ma non sa dove andare ad abitare né cosa fare della propria vita. Per un po' sta dalla sua frivola amica Jana, ma ha paura di recarle un disturbo dato che lei è il suo compagno stanno cercando di avere un bambino.

La sorella di Hana decide di disfarsi di un grosso armadio e allora a lei viene una bizzarra idea: sposta il mobile in un angolo del cortile del caseggiato della sorella e...ci va a vivere dentro! Non è comodo: ruba la corrente con una prolunga, non c'è il bagno e la pioggia si infiltra ma Hana lo sente come un piccolo rifugio. Fuori infatti gli spazi sono grandi e affollati, e lei di tanto in tanto ha bisogno di solitudine, di staccare la spina. Le rovine - che Hana tanto ama e che punteggiano il paesaggio - sono anche il simbolo di un passato difficile da dimenticare.

In questo, l'originale libro di Tereza Semotamová mi ha ricordato un breve racconto di Isabella Santacroce intitolato VIVO NEL FRIGORIFERO, in cui la protagonista è stanca di una vita a rincorrere le regole e la società e si infila nel frigo.

È una metafora dell'idea di trovare un posto nel mondo, esattamente come aveva già scritto Virginia Woolf in UNA STANZA TUTTA PER SÉ.

In effetti nel romanzo della Semotamová, lo spazio ha un'importanza fondamentale, non per niente in psicologia e in sociologia la gestione di questa variabile contribuisce a determinare gli aspetti della personalità secondo il binomio estroversione / introversione: ciascuno di noi deve avere un rapporto con le altre persone, ma occorre anche mantenere una certa distanza. 

Così, la relazione che Hana sviluppa con Novák, un allevatore di colombe che la porta a fare una gita in campagna, è una temporanea apertura.

NELL'ARMADIO mi è piaciuto soprattutto per lo stile folgorante dell'autrice, che alterna momenti divertenti a profonde riflessioni - in uno modo tipico della letteratura boema - però ho avuto l'impressione che fosse un libro indirizzato più che altro al pubblico ceco: infatti il testo è costellato di riferimenti alla cultura mitteleuropea di difficile decifrazione, se non fosse per le ottime note, che però rallentano un po' la lettura. Devo comunque fare un applauso al traduttore (dal ceco, cosa rara) per la perizia e alla casa editrice Miraggi che sta portando avanti progetti molto interessanti 

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