TRILOBITI

 


Breece D'J Pancake, Minimum Fax / io ho un'edizione più vecchia della ISBN EDITORE 


VOTO: 10 E LODE

Breece D'J Pancake nacque a Milton, nel West Virginia, luogo che sarà di ispirazione per moltissimi dei suoi racconti. Nelle sue short stories ritroviamo un'America profonda, fatta di miniere, fattorie e raffinerie e i dialoghi dei personaggi spesso rispecchiano i discorsi degli anziani, che Breece era solito ascoltare nelle mense dei poveri.

Le sue storie sono il ritratto degli ultimi, soli e derelitti e in esse si percepisce un dolore costante che resta attaccato al lettore in modo pervasivo e quasi imbarazzante. Per questo mi hanno fatto venire il nervoso certe recensioni che mettevano in risalto questo eccesso di sofferenza come qualcosa di negativo, come se dovessimo leggere solo di buoni sentimenti, Barbie e Babbo Natale! In realtà, ogni trama è chiusa in se stessa e perfettamente strutturata. Ci troviamo sempre in uno scenario diverso, ma si ha come la sensazione che i racconti siano collegati in un grande affresco.

La maggior parte delle storie furono pubblicate sull'Atlantic Monthly, e proprio da un errore di battitura sulla testata deriva il nome apparentemente strano dello scrittore che decise di non cambiarlo: un apostrofo al posto del punto tra la “D” e la “J” del suo nome.

Pur essendo molto religioso, la spiritualità di Breece è qualcosa di personale. Nelle sue storie, l'elemento principale è il tempo: passa restando però in qualche modo immutato e schiacciando i protagonisti.

Ne è l'esemplificazione perfetta proprio il racconto che dà il titolo alla raccolta. I trilobiti sono un genere di fossili assimilabili agli odierni crostacei. Il tema dei fossili – che i protagonisti cercano sui monti Appalachi – torna a più riprese, come se questi fossero il simbolo di un passato morto ma ancora presente, qualcosa di diverso come il mare sulle montagne, per il quale provare un anelito di nostalgia.

Tutti i personaggi infatti tendono a qualcos'altro. Il sogno però non è la grande speranza americana, dalla quale si sentono distanti, ma una pulsione più personale e intima.

Pancake insegnò inglese e scrittura creativa in varie università, ma ebbe sempre una vita più attiva rispetto a quella dei suoi colleghi: amava la caccia, la pesca e quello che noi oggi chiameremmo trekking, e tutti questi aspetti sono ricorrenti nelle sue storie – con l'Uomo che cerca di dominare la Natura ma al contempo si perde in essa.

La tristezza che si percepisce nella scrittura si concretizzò in un epilogo tragico: Breece morì per un apparente suicidio all'età di ventisei anni, nell'aprile del 1979.

Dei dodici racconti pubblicati in questa raccolta – che uscì con il semplice tilolo THE STORIES OF D'J PANCAKE – solo sei erano state pubblicate precedentemente su rivista; le altre sei sono postume e costituiscono tutto il materiale lasciato dall'autore, che è stato indicato come scrittore di culto da personaggi come J.T. Leroy e Tom Waits.

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