CRONACHE DELLA MIA FAME

 


Claire Kohda, Harper Collins


Voto: 10

Lydia ha ventitré anni e si è appena trasferita a Londra per fare uno stage in una galleria d'arte. 

Ha origini malesi e giapponesi, e già solo per questo si sentiva diversa in una scuola in cui c'era solo un'altra ragazzina asiatica. Ma Lydia nasconde un segreto che la rende radicalmente differente: è per metà umana e per metà vampira e quindi si può nutrire solo di sangue. Sua madre ha sempre odiato la propria natura demoniaca e ha costretto la figlia ad alimentarsi di sangue di maiale. 

Adesso Lydia è circondata da esseri umani (nello spazio adibito a studi, dove segretamente vive; alla galleria). La fame si risveglia, ma lei non vuole cibarsi del sangue in polvere comprato su internet, e così si sente sempre più debole mentre invidia gli altri che possono mangiare allegramente in compagnia. Lydia vorrebbe provare tutti quei cibi umani ma sa che le farebbero male e non vuole perdere il controllo. 

CRONACHE DELLA MIA FAME è una bellissima metafora dell'anoressia. 

Claire Kohda fa sua la figura del vampiro classico rendendola in modo molto originale e utilizzando anche elementi del folklore asiatico, smitizzando alcune leggende e incorporandone altre (ad esempio, la protagonista può uscire di giorno e non dorme in una bara; e troviamo un che di erotico nell'atto di mordere un umano), ma le componenti rivelatrici per svelare la chiave di lettura del romanzo ci sono tutte: il controllo sul proprio corpo, che appare al contempo debole e immortale; l'invidia che si mescola al ribrezzo guardando tutti gli altri mangiare; le limitazioni estenuati; la presenza di una figura genitoriale giudicante.

Mi ha colpito molto una parte forse inventata dall'autrice: Lydia rivive i ricordi delle creature delle quali si nutre (caratteristica che io sapevo essere propria degli zombie più che dei vampiri)

Ad arricchire di spunti il libro ci sono anche numerosi riferimenti ad artisti e performer contemporanei. È un aspetto colto he può dar fastidio a chi non ha voglia di cercare in rete informazioni sui nomi sconosciuti ma, per me che ho lavorato in una galleria d'arte, i rimandi sono stati un modo per ampliare la mia conoscenza su scene poco studiate nelle scuole e nelle università.

Interessante è anche la progressiva identificazione tra Lydia e un burattino della strega Baba Yaga, un essere che, nelle culture slave, si cibava di sangue o di latte. In essa la protagonista rivede le sue origini miste e l'essenza spuria della propria esistenza.

CRONACHE DELLA MIA FAME è un libro imprescindibile, che va letto tenendo presente i numerosi sottotetti ai quali si riferisce 

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