PET SEMETARY

 


Stephen King, Pickwick / Sperling & Kupfer

VOTO: 10+

Il dottor Louis Creed si trasferisce con la sua famiglia nel Maine.

Nel bosco, al limitare della sua nuova proprietà, c'è un cimitero per animali, che i bambini del posto hanno battezzato PET SEMETARY (sbagliando la grafia). Collegato a questo, oltre una catasta di alberi morti, c'è il vecchio terreno di sepoltura dei nativi, ma si dice che sia un luogo ormai inquinato dalla presenza di strani mostri.

Louis seppellisce lassù il gatto di sua figlia e questo torna in vita la mattina dopo, ma è cambiato.

Cosa succede se si seppellisce un essere umano?


PET SEMETARY è innanzitutto un libro sulla famiglia. King utilizza magistralmente due elementi che io personalmente non so padroneggiare: i bambini e gli animali.

I due figli del protagonista sono reali e credibili, forse perché all'epoca in cui è stato scritto il romanzo (nei primi anni Ottanta), l'autore aveva già tre figli grandi.

Un buon horror si interroga essenzialmente sul senso della morte, e così King crea una trama del tutto coerente, che funziona come un meccanismo ben oliato, con un'aura di inquietante destino. Le domande su cosa sia la morte sono centrali e la risposta che ne viene è una e univoca: la fine delle sofferenze.

Come sempre avviene nei romanzi dello scrittore statunitense, tutti i personaggi – anche i più marginali – sono delineati con dovizia di particolari, rendendo il racconto plausibile, per quanto strani e sovrannaturali siano i presupposti.

Da PET SEMETARY sono stati tratti anche due film: il primo (del 1989) ha la sceneggiatura dello stesso King ed è quindi più aderente al testo originale; il secondo (del 2019) travisa molto e cambia diverse cose anche abbastanza importanti, portando a un finale alternativo che io ho apprezzato, pur trattandosi in definitiva di un'altra storia.

Da ricordare anche la bellissima omonima canzone dei Ramones.

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