MARIA - CRONACA DI UNA VITA

 


Ulas Samchuk, Edizioni Clichy

Pubblicato nel 1933 a Praga ma solo molto più  tardi arrivato al popolo ucraino, MARIA – CRONACA DI UNA VITA costituisce la prima testimonianza scritta dell'Holodomor, lo sterminio per fame che colpì l'Ucraina per volere di Stalin nel periodo tra il 1932 e il 1933. Ma il libro è molto di più: attraverso la vita della protagonista, racconta la Storia dell'Ucraina a partire dalla fine dell'Ottocento – la guerra contro i giapponesi (in cui i soldati ucraini servivano sotto lo zar), la Prima Guerra Mondiale, la Rivoluzione di ottobre.... Da questa cronistoria si evince che le restrizioni ai danni dei popoli che facevano parte dell'URSS cominciarono ben prima degli anni Trenta con la Nuova Politica Economica e i piani quinquennali. Chi non si assoggettava alla collettivizzazione veniva additato come un nemico, punito e a volte deportato (qui l'autore cita la Siberia ma anche le isole Soloveckie, al centro di ARCIPELAGO GULAG di Solzenicyn).

Ulas Samchuck si forma per lo più all'estero e studia con assiduità la letteratura tedesca pur partecipando attivamente alla vita culturale degli esuli ucraini. Avuta notizia della carestia e del moltiplicarsi dei suoi effetti, rientra in patria per averne testimonianza diretta.

Nel libro, lo splendore della Natura dell'epoca precedente all'Holodomor si contrappone nettamente alle ambientazioni spettrali che troviamo in seguito.

Mentre IL PRINCIPE GIALLO di Vasy'l Barka si concentra unicamente su quegli anni bui, Samchuk sembra voler lasciare uno spiraglio di speranza, anche se poi anche questa si affievolisce e muore nella tragedia generale che colpisce il Paese.

Ho apprezzato molto la descrizione delle tradizioni, che mostrano una fervente fede religiosa e hanno il sapore di una raccolta etnografica (in questo caso, sono state molto utili le note che spiegano le parole lasciate in lingua originale).

La caratterizzazione dei personaggi è sfaccettata: nessuno è per così dire in bianco e nero – a voler forse indicare che tutti possono cambiare.

I valori supremi sono la terra e il lavoro, per questo Kornij – marito di Maria – non si piega ai dettami del Partito: è convinto di aver guadagnato col sudore tutto quello che ha e non vuole spartirlo con gli altri gratuitamente.

Ancora una volta, torna il forte paragone tra i funzionari che requisiscono tutto e i diavoli biblici. È importante notare che uno dei figli di Maria diventa un militare e da quel momento entra a far parte della legione oscura dei Rossi, perdendo il rispetto per tutti gli insegnamenti dei genitori e creando una significativa spaccatura addirittura all'interno della famiglia stessa.

C'è poi Gnat – primo marito di Maria – che attraversa varie fasi cambiando se stesso ma agendo in sostanza come uno spirito superiore (quasi) sempre benefico.

Si percepisce anche il mutamento della protagonista da giovane donna a madre, ad anziana e tutti questi stadi sono tratteggiati con attenzione psicologica da Samchuck, che può vantare uno stile poetico.

Proprio grazie a questa scrittura cesellata e minuziosa il lettore entra nella storia in modo diverso e più empatico rispetto a quanto avviene per IL PRINCIPE GIALLO.


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