CILE - DA ALLENDE ALLA NUOVA COSTITUZIONE:QUANTO COSTA FARE UNA RIVOLUZIONE?

 


Elena Basso / Mabel Morri, Becco Giallo


Voto: 7.5


L'11 settembre 1973: le bombe piovevano sulla Moneda, il generale Augusto Pinochet rovesciava il governo di Salvador Allende dando inizio a una dittatura che durerà diciassette anni.

È stato un golpe violento, che ha cambiato radicalmente la struttura socio-economica cilena.

Nell'ottobre 2019, migliaia di persone scendono in piazza per chiedere un Cile più equo, meno privatizzato.

 La costituzione è ancora quella scritta sotto la dittatura e promuove un modello basato sul neoliberismo statunitense inventato a Chicago, secondo il quale tutto - scuole, santità, pensioni, persino l'acqua - è in mano a pochi privati. Solo i ricchi possono permettersi una vita degna.

L'aumento del prezzo del biglietto della metro fa da scintilla per innescare le proteste, duramente represse dalle forze militari...

Nel 2022 si indice un referendum per approvare una nuova carta costituzionale più progressista: tra i rappresentanti ci sono giovani, donne ed esponenti dei popoli originari. Ma la maggioranza dei cittadini vota per il rifiuto. Perché? L'autrice prova ad analizzare anche le motivazioni apparentemente infondate di questa scelta.

Alice Basso vive da diversi anni in America Latina e scrive molti reportage per le testate più indipendenti. Si doveva fermare per un mese in Cile, ma il COVID l'ha bloccata per sette.

Con Mabel Morri ha deciso di raccontare la storia di ciò che stava accadendo nelle piazze cilene (soprattutto a Santiago) tramite una graphic novel per arrivare ai più giovani, che magari non si sarebbero approcciati a un saggio socio-politico.

Il punto di vista è interno: Elena ha intervistato le vittime degli scontri e i famigliari degli arrestati, partecipando in prima persona alle manifestazioni accanto ai volontari della brigata sanitaria che soccorrevano i feriti.

Il tema è molto interessante e riprende quanto narrato da Patricio Guzman nel suo docufilm CILE - IL MIO PAESE IMMAGINARIO.

Non mi hanno entusiasmato i disegni di Mabel Morri, forse perché rispecchiano uno stile realistico più vicino al fumetto italiano che al manga giapponese al quale io sono abituata. 

Alcune tavole frazionano un'unica figura. All'inizio questo mi ha dato fastidio, ma ripensandoci potrebbe essere un modo per trasmettere il senso di incompletezza e di svilimento delle vittime.

In fondo al volume c'è un utile elenco di libri, documentari, musica, eccetera per saperne di più.

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