BABEL: UNA STORIA ARCANA

 


R.F. Kuang. Mondadori Oscar Vault


VOTO: 9


Robin è ancora un bambino quando viene portato via da Canton da un misterioso tutore inglese.

In Inghilterra studia greco e latino per prepararsi all'ammissione a Oxford e, nel 1836, entra a Babel, il più prestigioso istituto di traduzione del Regno Unito. Ma in quegli anni si sta costruendo un impero, e così i traduttori lavorano a speciali tavolette d'argento che, grazie a combinazioni magiche tra lingue diverse, fanno progredire le macchine, le navi, i cannoni.

Un gruppo di resistenza si oppone a questo stato di cose che privilegia i ricchi a scapito dei poveri. Questa organizzazione – denominata Hermes – si compone di uno sparuto drappello di studenti e di un manciata di agenti che lavorano dall'esterno.

Entrando in contatto con uno di loro, Robin comincia a interrogarsi sulle implicazioni morali del colonialismo. A questo proposito, è interessante notare che il titolo completo nell'edizione americana è BABEL: OR THE NECESSITY OF VIOLENCE, laddove la "violenza" può essere quella del padrone ma anche e soprattutto quella di chi tenta di cambiare lo stato delle cose.


Con questo libro, la Kuang porta alle estreme conseguenze i temi a lei cari, che aveva già tratteggiato nella sua trilogia LA GUERRA DEI PAPAVERI. Ma è anche un romanzo sulla scoperta di se stessi, perché il protagonista cambia molto nel corso del tempo.

In BABEL, l'elemento fantasy è molto più ridotto e si limita all'uso delle tavolette d'argento. Tuttavia l'idea stessa della combinazione tra lingue è affascinante perché lascia trasparire ciò che poi nel testo viene detto esplicitamente, e cioè che ogni atto di traduzione è un atto di tradimento. Non è un concetto nuovo: ho trovato molti articoli accademici a riguardo, ma è la prima volta che tale nozione viene espressa con appassionata potenza.


Il romanzo si inserisce nel filone della dark academia, un'estetica e un sottogenere basati sull'amore per la cultura classica e le arti. In letteratura, sono fiorite in questi anni numerose storie ambientate in scuole e collegi, spesso con un mistero di fondo e con personaggi legati da un senso di forte amicizia ma capaci anche di distruggersi l'un l'altro.

Uno fra tutti: DIO DI ILLUSIONI di Donna Tartt, dove la narrazione ruota intorno a una classe molto elitaria che nasconde un delitto.

Come in DIO DI ILLUSIONI, il racconto in BABEL parte piuttosto lentamente: all'inizio non succede quasi nulla se non le interminabili ore di studio del protagonista e il formarsi della sua amicizia con i compagni di corso – Ramy, Victoire e Letty – ma poi il romanzo esplode in una girandola di avvenimenti.

Alcuni hanno criticato la caratterizzazione dei personaggi, ma io non sono d'accordo. Come dicevo, il loro rapporto si sviluppa pian piano (com'è naturale che sia tra persone che non si conoscono), e i loro tratti salienti emergono a poco a poco.

Trovo l'idea di mescolare il romanzo storico al fantasy davvero azzeccata per avvicinare  i giovani a tematiche importanti come l'oppressione e lo sfruttamento.


Spettacolare l'edizione Mondadori Oscar Vault, anche se un po' delicata per via della copertina di carta velina: contiene la mappa della città di Oxford e quella della torre, e sugli edges è riportato il motto sulla traduzione / tradimento

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