MISERY



Stephen King, Sperling & Kupfer / Pickwick

Voto: 10 


Paul Sheldon è uno scrittore noto soprattutto per la serie di romanzi melodrammatici di Misery, ma che vorrebbe essere ricordato per lavori più seri.

Una notte ha un incidente in macchina e viene trovato da Annie Wilkes, un'ex infermiera che lo porta a casa sua senza dire niente a nessuno. 

Quando Annie scopre che nell'ultimo libro della serie Misery muore, costringe Paul a scrivere un nuovo libro per farla tornare in vita.

Come sostantivo, "Misery" significa anche "sofferenza", e questo è un libro sul dolore: Paul ha entrambe le gambe fratturate ed è costantemente drogato di codeina. 

È anche una bella riflessione sul mestiere e il talento di uno scrittore, che consiste nel giocare costantemente a un gioco chiamato "Puoi?": nell'inventare il seguito di una storia (non per forza verosimile, ma leale), con tutte le implicazioni e le connessioni che stanno dietro all'atto di partorire una storia.

Questo è esattamente l'ingrediente segreto delle opere di King; quello che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine e che ti fa voltare pagina per saper come va avanti la vicenda. Ci sono delle incongruenze, ma il lettore non ci fa caso, troppo preso dall'intreccio.

Il Re è bravissimo a cambiare stile nei capitoli dedicati a Misery, mettendo su un vero e proprio feuilleton avventuroso e strappalacrime, per poi tornare al thriller con elementi splatter, che sono un po' la sua firma e rendono benissimo la figura di Annie come psicopatica.

Amo particolarmente i "libri nei libri" e questo ne è un altissimo esempio.

Non posso fare paragoni con il film perché l'ho visto solo una volta molti anni fa. Ricordo solo l'ottima interpretazione dell'attrice protagonista, Kathy Bates 

Bellissimo il finale che va oltre il tradizionale termine, mostrando ciò che c'è oltre la parola "Fine".




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