THE NEVER KING

 



Nikki St. Crowe, Mondadori


VOTO: 5.5


THE NEVER KING è un retelling in chiave dark della storia di PETER & WENDY ed è il primo della tetralogia VICIOUS LOST BOYS, ma Nikki St Crowe ha già in mente altre storie ambientate nello stesso universo magico.

Da duecento anni tutte le ragazze della famiglia Darling spariscono il giorno del loro diciottesimo compleanno. Stanno via una settimana, un mese, ma poi tornano trasformate e sprofondate nella follia.

È questo il destino di Winnie Darling, anche se sua madre ha cercato di proteggerla in tutti i modi – persino con incantesimi che potevano apparire brutali e sanguinari.

Il giorno del suo diciottesimo compleanno Peter Pan si presenta alla sua porta per portarla sull'Isola-che-non-c'è: lui non è un personaggio di fantasia!

Una volta lì come prigioniera, lei fa la conoscenza dei Ragazzi Sperduti che vivono nella casa sull'albero. Gli alti ranghi sono composti da Bash e Kas, due fatati che hanno perso le loro ali, e Vane, uno strano e spaventoso figuro detto l'Oscuro.

Winnie scopre che Pan sta cercando qualcosa: la sua ombra, e che solo lei può aiutarlo a ritrovarla.

Nel frattempo si ambienta sull'Isola, che è permeata di magia: finalmente si sente a casa, cosa che non le era mai successa in nessun altro posto.

Il sistema magico inventato da Nikki St. Crowe è interessante e ricalca, arricchendolo, quello della fiaba originale.

Il potere delle ombre mi ha ricordato in parte LIBRO DELLA NOTTE di Holly Black e anche i rimandi alla Corte delle Fate fanno pensare all'autrice di FOLK OF THE AIR, ma in questo romanzo le belle descrizioni del panorama e i molteplici punti di vista che scavano nella psicologia dei personaggi sono largamente rovinati dalle numerosissime scene di sesso troppo dettagliate che lasciano una sensazione generale di cringe. Mi sarei aspettata più violenza e meno accoppiamenti, perché le scene di aggressione sono suggestive.

Mi chiedo se questa scelta della St. Crowe sia stata fatta volontariamente per vendere di più a una fetta di pubblico pruriginoso.

Per quanto mi riguarda, non sono infastidita da scrittori come Isabella Santacroce, che mettono un certo lirismo nelle scene erotiche, ma in questo caso le ho trovate inutilmente piene di particolari fini a se stessi, per questo mi vedo costretta ad abbassare il voto complessivo.

La St. Crowe ha anche creato una playlist su Spotify per il romanzo, ma onestamente non mi è piaciuta: io avrei messo LOST BOYS dei 69 Eyes perché da sempre l'industrial mi fa pensare alle scene più spinte.



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