SERPENTI E PIERCING

 


Hitomi Kanehara, Fazi Editore


voto: 9

Luì resta affascinata dalla lingua di un ragazzo punk, Ama, che le spiega in dettaglio la procedura per il tongue splitting: si inserisce nella lingua un piercing via via di calibro sempre maggiore e poi si taglia il lembo rimanente con un filo. In realtà, questo è il metodo più lento e più aggressivo: il dottor Fabio Filiaci su YouTube asserisce che è possibile farlo direttamente in un colpo solo con un bisturi o con il laser.

Comunque Luì sceglie la via più dolorosa e si reca con Ama al negozio di piercing e tatuaggi di Shiba,un uomo con tendenze sadiche con il quale lei inizia una relazione sessuale, forse non troppo soddisfatta dal rapporto con Ama (almeno a livello fisico).

Ho letto questo libro cercando una Santacroce giapponese, e in parte l'ho trovata nelle situazioni descritte, ma non nello stile che mi è parso piuttosto tradizionale.

Capisco comunque che abbia avuto un effetto dirompente nel Sol Levante, dove si tende a nascondere e a non affrontare certe tematiche e dove ancora oggi chi ha piercing e tatuaggi è mal visto dalla società.

L'autrice stessa ne fa un cenno ironico quando Luì deve lavorare come hostess a un ricevimento aziendale ed è costretta a indossare una parrucca e togliersi le dilatazioni alle orecchie per apparire una Yamato nadeshiko, una “brava donna giapponese”.

Vista la novità per il panorama nipponico, mi pare meritato il Premio Akutagawa del 2004.

Nonostante la crudezza di alcune scene, ho notato una delicatezza particolare nelle descrizioni e alcune riflessioni sulla vita e sulla morte colgono veramente nel segno.

Parlando della permanenza universale dei tatuaggi, ci si interroga sulla natura dell'Uomo. Nell'anima convivono sia l'istinto sadico che quello masochista, nel tentativo spasmodico di possedere cose e persone, salvo poi stufarsi subito una volta ottenuto ciò che si desidera.

Un tatuaggio è per sempre: non può volare via.

La trama gialla viene appena abbozzata nel caso dei due crimini che avvengono, e qui avrei voluto qualcosa di più ma si tratta di un libro molto corto (meno di 120 pagine).

Non è chiaro cosa voglia davvero la protagonista: prima cerca il dolore, poi tenta di annientarsi con l'alcol e infine trasforma la sua storia con Shiba in qualcosa di quasi stabile, a dispetto delle premesse.

Mentre la psicologia di Luì è molto ben approfondita in quanto voce narrate, sappiamo poco di Ama e Shiba, ma probabilmente è un effetto voluto: nonostante stiano insieme, Ama e Luì sanno poco l'uno dell'altra, come se bastasse ciò che si ha davanti agli occhi a costruire una relazione.

Shiba, dal canto suo è un personaggio sfuggente ed enigmatico per natura.


Purtroppo il romanzo è fuori catalogo edè introvabile anche nell'usato- Io l'ho preso in bibliteca

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