VOX

 


Christina Dalcher, Tea


voto: 8

Siamo in America. La Bible Belt si è estesa “fino a diventare un vestito”. Al governo c'è il Movimento dei Puri che ha imposto nuove leggi restrittive che riguardano soprattutto le donne. Tutte, anche le bambine, devono portare al polso un contatore che dà diritto a cento parole al giorno, non una di più pena una scossa elettrica dolorosa.

Ma quando il fratello del presidente ha un presunto incidente con danni cerebrali, Jean – un'ex neuorolinguista - ha l'occasione di rimettersi a lavorare sul suo progetto per curare l'afasia dell'area di Wernicke. Tuttavia, sarà solo così o il reverendo Carl Cobin ha un terribile piano che coinvolgerà milioni di cittadini in una Babele moderna?

Molto interessanti i passaggi sulla neurolinguistica, spiegati senza diventare pesanti.

Il romanzo di Christina Dalcher è una distopia dai tratti neo-femministi che fa arrabbiare e riflettere sull'attuale condizione della donna.

Lo stile è molto coinvolgente, con capitoli brevi che invitano a proseguire la lettura ma ho trovato anche qualche difetto: ad esempio non ho apprezzato la figura di Jackie, la classica attivista nera e lesbica dal carattere burbero. Altri personaggi sono costruiti meglio: l'autrice rappresenta bene i quattro figli di Jean e anche suo marito Patrick che, a tutta prima, sembra un uomo mite e arrendevole ma nasconde una sorpresa. Tutti si muovono in maniera coerente fino al limite del parossismo e le scene di tensione sono ben costruite.


Non mi è piaciuto il finale troppo happy ending ma questa è una questione di gusti mia, visto che sono portata alla tragedia

Naturalmente il libro può essere accostato a IL RACCONTO DELL'ANCELLA di Margaret Atwood ma il world building dell'autrice canadese è più convincente. Lì seguivamo la storia di DiFred, costretta a diventare “ancella” cioè donna da riproduzione, in un mondo dominato dai militari, dalla religione e dal bigottismo.

Anche in VOX ci si scaglia più volte e in diversi modi contro il puritanesimo, sottolineando come buona parte degli Stati Uniti creda in precetti settari.

Ci si rifà anche a RAGAZZE ELETTRICHE di Naomi Alderman, dove però abbiamo una situazione inversa, con le donne che dominano sugli uomini.

Uno dei personaggi di VOX, il capo del progetto Wernicke (l'odioso Morgan LeBon) fa una ramanzina a Jean su come andassero meglio le cose quando solo gli uomini lavoravano e le donne badavano alla casa e questo mi ha fatto pensare alla spensieratezza di NEL PAESE DELLE DONNE di Gioconda Belli, una sorta di RAGAZZE ELETTRICHE ma senza la depravazione degli scenari politici, sociali e confessionali.

In VOX, Jean si rende conto di dover fare qualcosa in prima persona per cambiare lo stato di cose.

Come scriveva Emily Dickinson: “Non conosciamo mai la nostra altezza / finché non siamo chiamati ad alzarci”.

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