LE MILLE LUCI DI NEW YORK

 


Jay McInerney, Bompiani (1984)


Voto: 8


Il protagonista di LE MILLE LUCI DI NEW YORK è un giovane giornalista che lavora nel Reparto Verifica Fatti di una nota rivista della Grande Mela, anche se avrebbe voluto essere assegnato al Reparto Narrativa.

Passa le sue serate tra i locali, sempre strafatto di coca.

La discesa è iniziata quando la moglie, una bellissima modella, lo ha piantato in asso con una telefonata. Ma non è nemmeno questa la perdita più grande, e solo quando McInerney decide di svelare il trauma originario il registro cambia da una raffica fulminante di situazioni surreali a pagine cariche di pathos ma mai stucchevoli.

L'autore scrisse questo romanzo a soli ventinove anni diventando una delle voci più apprezzate del cosiddetto brat pack, un movimento che ha dominato in senso letterario ed estetico gli anni Ottanta, e di cui Bret Easton Ellis è il maggior esponente.

Le storie sono incentrate su yuppie rampanti, ma McInerney non ha mai voluto essere accostato a questa etichetta, schivando quasi del tutto il citazionismo e restando uno scrittore di nicchia e di culto.

Il libro si presenta in una forma non comune, e cioè utilizzando la seconda persona singolare e scegliendo di non dare un nome al protagonista.

Il mondo che gli ruota attorno è variopinto, sia quello notturno dei club sia quello diurno, che lui attraversa come in sogno con un perenne mal di testa e gli occhiali da sole.

C'è una dicotomia tra la realtà che lui vive e i “fatti” che deve costantemente controllare per la rivista: il lavoro palesemente non fa per lui e viene ben presto licenziato per un articolo particolarmente difficile e pieno di lacune.

Questo cambio di scenario è un sollievo ma lo disancora ancora di più dal mondo.

L'incontro con suo fratello Michael è solo un altro esempio di come si senta sempre fuori posto: ha avuto un'infanzia di continui trasferimenti e così era sempre il bambino nuovo della scuola. Pare che si sia portato dietro questo sentimento anche nella vita adulta, senza crescere mai del tutto.

Il suo squinternato amico Tad Allagash sembra essere l'unico a dargli un po' di speranza ma è anche un novello Virgilio nel regno della perdizione da dipendenza.

Dal libro è stato tratto un film del 1988 con Michael J. Fox e nel 1999 è stato prodotto un musical off-Broadway.

Il titolo originale, BRIGHT LIGHTS, BIG CITY si rifà alla canzone blues scritta nel 1961 da Jimmy Reed.

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