RUMORE BIANCO

 

Don DeLillo, Einaudi

VOTO: 8.5

RUMORE BIANCO è un romanzo sulla morte: è questo il suono invisibile, sono le “onde e radiazioni” che il protagonista Jack Gladney percepisce dappertutto, soprattutto in supermercati e aeroporti – quelli che Marc Augé aveva brillantemente definito “non-luoghi”. Il supermercato torna spesso come scenario delle pagine, epitome del consumismo che pervade la nostra vita. “Ciò che possiedi finisce col possederti” scriveva Chuck Palahniuk in FIGHT CLUB e nel consumismo è insito un certo senso della fine, come se l'accumulazione fosse un modo di preparasi alla fine, di sfuggirvi.

RUMORE BIANCO uscì per la prima volta nel 1984-85 e segnò la nascita della letteratura post-moderna americana.

Jack è insegnante di studi hitleriani in un campus in Georgia, cosa che gli dà un certo alone di autorevolezza in una cittadina di periferia lontana dalla confusione delle grandi metropoli. La sua è una famiglia allargata, frutto di cinque matrimoni. E solo la famiglia sembra dargli un ancoraggio quando gli eventi precipitano e le sue certezze, sia interne che esterne si sgretolano.

Anche la Natura si piega in qualche modo alle creazioni dell'Uomo. Ci sono due morti: una vera e l'altra indotta dalla chimica, che è sottile e strisciante.

Un evento tossico aereo sconvolge la cittadina costringendo gli abitanti all'evacuazione in un vero e proprio esodo di massa (esperienza terrificante). La paura della morte permea tutto il romanzo diventandone il centro.

Ma se ci fosse una medicina per curare la paura? La morte avrebbe lo stesso valore ineluttabile? Il tema è ancora una volta quello del Grande Sogno Americano infranto, diventato mero intrattenimento da tabloid. Come sottofondo ci sono sempre la radio e la TV, una sorta di guida aliena.

Il pianto del bambino più piccolo fa da contraltare al fischio delle sirene nella seconda.

La scrittura è acrobatica, ricca di metafore difficili, ma risulta anche claustrofobica.

Alcuni passaggi sono un po' pesanti, ma mi è piaciuto tantissimo il finale, dove si presenta un dilemma di ordine morale.


Da questo libro è stato tratto un film Netflix con Adam Driver che risulta piuttosto fedele all'originale. L'attore è bravissimo e ottimo per la parte.

Sarei curiosa di leggere la nuova traduzione – uscita in occasione della pellicola – perché quella che ho io denota scelte di linguaggio curiose e un po' datate.

Commenti

Post popolari in questo blog

CHE GUEVARA AVEVA UN GALLO

I GERANI DI BARCELLONA

TERRE SENZA DIO