NOMADALAND




 Jessica Bruder, Edizioni Clichy 


VOTO: 7.5


NOMADLAND è stata una piacevole sorpresa. È il libro da cui è stato tratto il film con Frances McDormand, ma non è un romanzo.

Si tratta di un'inchiesta giornalistica / antropologica condotta dalla scrittrice Jessica Bruder nell'arco di tre anni, durante i quali lei ha vissuto in prima persona in furgone per alcuni periodi.

L'autrice si è concentrata sui vandweller, coloro che vivono in mobilità su un furgone, un camper o persino un'automobile facendo dei lavori stagionali.

Sono per lo più persone in età da pensione che sono finite nel vortice della crisi finanziaria del 2008 e non hanno più potuto permettersi un affitto.

I lavori scelti da questi individui sono principalmente di host nei campeggi o come forza lavoro aggiuntiva di Amazon nel periodo pre-natalizio grazie al programma CamperForce.

Tale sistema era stato creato dall'azienda per assumere i camperisti per turni sfiancanti di dieci ore, che portavano anche a gravi problemi fisici ai quali sopperire con gli antidolorifici e altri medicinali. Senza contare che l'ambiente di lavoro era alienante.

La stessa Bruder ha provato questa esperienza senza riuscire a portare a termine l'incarico, nonostante lei all'epoca avesse trentasette anni!

Altro lavoro stagionale molto gettonato ma difficile e faticoso è la raccolta di barbabietola da zucchero.

Per fortuna, nella vita dei vandweller, ci sono anche momenti di svago e condivisione come il Rubber Tramp Randevouz, organizzato annualmente per due settimane a gennaio nel deserto dell'Arizona.

Durante l'incontro si seguono seminari e ognuno mette a disposizione le proprie competenze.


Lo stile di scrittura della giornalista è molto scorrevole, ma accurato e documentato. Cita diversi libri, tra cui i classici di Steinbeck FURORE e IN VIAGGIO CON CHARLIE.

 Si sofferma in particolare sulla figura di Linda e ne segue tutto il percorso – dalla sua vita come “stanziale” a casa della figlia fino alla decisione di prendere la strada per sentirsi libera. I vari impieghi e poi l'inseguimento del suo sogno come donna in pensione – ma ci fa conoscere anche altre persone, perché si crea una “vanily”, una famiglia in movimento.

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