L'OSCURITÀ PROFANA

 


Richard K. Morgan, Mondadori 

VOTO: 7.5


Il viaggio finisce qui. L'OSCURITÀ PROFANA è il terzo volume della trilogia COSA RESTA DEGLI EROI.

La nuova missione è trovare i resti di NeraRovina lo Scambiato ma le cose si complicano quando la nave su cui si trovano Arceth e Egar Rovina del Drago naufraga sulle coste delle Desolazioni Kiriath, un luogo inospitale che nasconde moltissime insidie.

Intanto Ringil trama vendetta contro la sua stessa gente per averlo rinnegato e deve vedersela con minacce di tutti i generi, prima fra tutti il ritorno del popolo antico dei Dwenda.


Come fa notare il curatore Edoardo Rialti, il libro dialoga con il resto dell'opera di Morgan in diversi modi, con rimandi concettuali e diversi easter egg presi da ALTERED CARBON, a cominciare dal cognome del protagonista – Eskiath – anagramma di Takeshi.


Come negli altri due romanzi della serie, ho apprezzato le parti più eminentemente fantasy, come la descrizione dei Luoghi grigi in cui tempo e spazio non hanno lo stesso significato che gli diamo noi umani.

Per il resto si tratta di una saga grimdark, quindi il linguaggio e le situazioni sono piuttosto scurrili e violenti, presi in parte a prestito dalle opere di Michael Moorcock – che io non ho letto, perciò non posso giudicare (ma mi riprometto di farlo presto).

Lo schema di scrittura segue i personaggi a capitoli alterni, aumentando la suspance e la tensione ma disperdendo un po' l'azione.

Ho riscontrato alcuni inciampi di traduzione e cambi di tempo verbale di cui non ho capito il motivo ma, in un tomo monumentale di oltre ottocento pagine, sono minuzie trascurabili.

Ottimo l'approfondimento psicologico dei personaggi di cui vengono riportati anche i pensieri (usando il corsivo).

Come sempre, mi piace andare a cercare un significato più profondo nei fantasy che leggo e quindi ecco qua la mia personale interpretazione della saga COSA RESTA DEGLI EROI: ho apprezzato soprattutto che ci fossero diversi popoli in scontro o in alleanza tra loro, in rappresentazione di un microcosmo nuovo che è sì diverso, ma in qualche modo rispecchia il nostro.

Sopra a tutto questo ci sono le divinità che sono forse le figure più interessanti perché non sono assolute e onnipotenti ma vincolate da norme a loro volta superiori. E questi dei sono selvaggi e capricciosi.

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