MAGIC FISH

 



Trung Le Nguyen, Tunué 


VOTO: 8 



MAGIC FISH è la prima graphic novel scritta in autonomia dall'americano di origini vietnamite Trung Le Nguyen.

Il fumettista è noto soprattutto per il suo uso delle matite e del colore e in questo libro lo si nota benissimo. Si intrecciano infatti tre piani sovrapposti: presente, passato e mondo onirico-letterario.

È la storia di Tien, un ragazzino di origine vietnamita che frequenta la scuola in America. Prende i libri di fiabe in prestito alla biblioteca e, ogni sera, legge per sua madre Helen. I due creano così un linguaggio condiviso che mescola inglese e vietnamita, colmando l'uno le lacune dell'altra.

L'archetipo delle favole è sempre servito a spiegare il mondo. Tenendo a mente Bruno Bettelheim, cito però Jung dicendo che le fiabe sono “l'espressione più pura dei processi psichici dell'inconscio collettivo”, quindi ecco spiegato perché nelle immagini che rappresentano la proiezione di Tien nel racconto di Cenerentola, i riferimenti sono quelli dell'immaginario occidentale disneyano. La versione raccontata qui non è propriamente quella che noi conosciamo dalla trasposizione animata della Casa del Topo, ma un'interessate fusione tra la tradizione tedesca e quella orientale. È infatti interessante notare come molte storie che di primo acchito pensiamo essere europee hanno invece radici o controparti altrove, a testimoniare appunto che certi stilemi narrativi e certi personaggi fanno parte di una coscienza più ampia della mera geografia territoriale.

Il secondo segmento fiabesco è la prosecuzione del primo e ci presenta Tam Cam, variante orientale di Cenerentola. Qui gli abiti sono quelli del Vietnam degli anni Cinquanta, per adattarsi all'immaginario della zia di Helen, che sta riportando la storia a beneficio della nipote. Così ad esempio i vestiti sono alla moda francese di quegli anni e l'abito di Tam Cam è un ào dài tradizionale viet.

L'ultima parte fiabesca è dedicata alla storia di Ondine, antesignana della Sirenetta e viene utilizzato per far capire a Tien che, anche se la madre non possiede gli strumenti linguistici per parlare con lui degli argomenti più profondi, ne condivide comunque i tormenti emotivi e gli vuole bene per quello che è.

La figura della piccola sirena che vuole diventare umana impersona Helen che ha viaggiato da un mondo all'altro (dal Vietnam agli Stati Uniti) e che si sente in un certo senso senza diversa e divisa, senza più voce. In questo senso è molto suggestiva la tavola in cui si fondono due colori; quello del presente (rosso) e quello del passato (giallo), esattamente come avviene per tutti coloro che vivono, nascono o crescono tra due sponde. Si pensi ad esempio al bellissimo quadro di Frida Kahlo intitolato LE DUE FRIDA, in cui vediamo una se stessa vestita in abiti occidentali e una in costume messicano con i due cuori collegati da un'arteria pulsante.


Unica nota negativa è che non mi è piaciuta per niente la maniera in cui viene posa la questione di genere che, in questo contesto mi è sembrato un di più dettato dal marketing perchè avrebbe funzionato bene anche se l'autore avesse parlato di un amore eterosessuale.



Per scrivere questa recensione mi è stata molto utile la postfazione che l'autore scrive in fondo al volume, spiegando i retroscena e i significati dell'opera. Inoltre l'edizione Tunué è corredata da una stupenda galleria di immagini annotate.




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