SUPERNOVA

 


Isabella Santacroce, Mondadori


VOTO: 9.5

Dorothy si chiama così perché sua madre – giovane prostituta e un po' pazza - amava la storia del Mago di Oz. Da bambina in casa giocavano a ricreare il racconto ma crescendo, in famiglia ci si rende conto che Dorothy, pur essendo una femmina, somiglia a un maschio. Da piccola Dorothy si innamora di Eva, una sua compagna di classe, ma lei ad un certo punto va via.

Il tempo passa. A sedici anni Dorothy conosce Divna - probabilmente una storpiatura di "Divina" -  ma anche Divna si vende.

Inizia una discesa nell'abisso, a cui partecipa anche Thomas e nasce un triangolo e una grande storia d'amore. I protagonisti dicono: “Prima non eravamo nessuno, adesso siamo il nostro amore”.

Dorothy viene coinvolta nei giochi perversi degli adulti perché vuole attenzioni; Divna ha indossato una corazza; Thomas è troppo fragile e sta male ogni volta.

La vicenda si svolge in una Milano irreale, spaccata a metà tra lussi e degrado.

Lo stile della Santacroce è sempre riconoscibilissimo e peculiare: l'uso acrobatico della lingua e della punteggiatura è reso ancora più estremo del solito da quello che Divna battezza “linguaggio superstar” che è una specie di nonsense d'alto bordo.

Ci sono scene di un lirismo magistrale, che ti strappano il cuore e lo calpestano mostrando tutta la potenza e la disperazione dell'amore adolescente che – appunto – illumina tutto come una supernova.

È un romanzo del 2015 ma sembra che il tempo si sia fermato alla miglior scrittura degli anni Novanta.

Dopo aver iniziato e abbandonato V.M. 18, che era veramente too much, avevo un po' paura di questo nuovo libro ma, quando l'ho visto su un sito di compravendita di libri usati a un prezzo accettabile, l'ho voluto per la mia collezione (non prima di aver sbirciato la versione in digitale per accertarmi di non avere sorprese).

E ho fatto benissimo! A SUPERNOVA darei un 10 se non fosse che l'ho trovato per molti aspetti troppo simile a LUMINAL e non che questo sia un male, dato che per me LUMINAL è uno dei romanzi-rivelazione della vita, però avrei voluto una maggior variazione nei personaggi, se non nei temi: Divna, Dorothy e Thomas sono come Demon, Davi e Damian; Lucrezia è la protettrice indifferente come Desdemona. Ci spostiamo dalla Germania all'Italia ma le atmosfere rimangono sempre notturne, magiche (da sogno o da incubo).

Tutte le figure positive vengono progressivamente sporcate e il lettore è portato a chiedersi se da qualche parte esista la salvezza o una parvenza di felicità.

In questi giorni ho iniziato anche LA CRONOLOGIA DELL'ACQUA di Lidia Yuknavitch e ho trovato alcuni punti di contatto, ad esempio nella metafora nel nuoto e dell'acqua come purificazione e insieme oblio del mondo esterno.

Insomma, SUPERNOVA è un libro che mi avrebbe dato tanto letto a sedici diciassette anni e di cui sento ancora la forza perfetta dell'impatto emotivo della poesia, ma avrei voluto qualcosa di leggermente diverso.


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