L'IMPROBABILE FUGA DI URIAH HEEP

 



H.G Parry, Mondadori Oscar Vault


Voto: 10+


L'IMPROBABILE FUGA DI URIAH HEEP è il libro perfetto per gli amanti dei romanzi sui libri (e ogni buon lettore ha una calamita per questo tipo di trame), ma quel che colpisce è l'originalità dell'idea di H.G. Parry.

Il protagonista è Charley, professore di letteratura specializzato nel periodo vittoriano, che ha uno strano potere e cioè quello di evocare i personaggi letterari dalle pagine! All'inizio si ha il dubbio che sia qualcosa solo nella sua testa, se non che anche le altre persone riescono a vedere queste sue creazioni. Questo dono causa non pochi guai, ad esempio quando per caso, senza farlo apposta, evoca in Uriah Heep arrabbiato che non vuole in nessun modo tornare nel suo libro.

A tirare fuori Charles dai pasticci interviene sempre il fratello Robert, avvocato penalista che da si è votato al ruolo di protettore del fratello minore. Ma perché? Charley è davvero debole o in qualche modo è Rob a proteggere se stesso e il proprio ego?

I personaggi di H.G. Parry sono stupendi, a tuttotondo e ben delineati e l'indagine psicologica che si dipana nelle pagine è molto approfondita.

Tutti sono sempre coerenti, sia quelli del mondo “reale” che quelli del mondo “immaginario”; intendo dire che i personaggi letterari agiscono sempre come ci si aspetterebbe che facciano

Nel centro di Wellington (Nuova Zelanda), Charley e Rob scoprono un'intera strada in cui vivono personaggi immaginari presi da ogni luogo, ma principalmente dall'immaginario inglese vittoriano. Non sono stati evocati solo da Charley, infatti a tutti può capitare un'unica volta nella vita in cui si prova un vero trasporto emotivo per un personaggio, una connessione: ci sono Heatcliff, un bellissimo Dorian Gray, diversi Mr. Darcy, il Cappellaio Matto, ma anche Sherāzad e un'incarnazione del dio Maui (che non abita nella Strada, ma nella foresta intorno a Wellington). 

Riguardo questo ultimo dettaglio, devo dire che ho amato molto il sapore un po’  esotico che si ritrova in certe parti del racconto, specie nella descrizione dei paesaggi. Non si tratta di brani lunghi o noiosi ma di brevi scorci molto vividi che hanno anche la funzione di risaltare in contrasto con quello che sappiamo della Strada (questo è evidente ad esempio quando si dice che in città è primavera, mentre sulla Strada nevica).

La Strada è quindi un luogo liminare tra non tra realtà e finzione, bensì tra due realtà perché, come ci fa notare l’autrice attraverso le parole  nel diario di un piccolo (piccolissimo) Charley “Le cose scritte esistono. A volte non sono vere. Ma esistono.”

Ma, per l’appunto, non tutti i personaggi letterari vivono nella Strada: alcuni hanno scelto di stare nel mondo – come il dottor Frankenstein, che lavora all’obitorio  - o a cavallo tra le due realtà come Millie Radcliffe-Dix originariamente eroina di una serie di libri per ragazzi.

Il fulcro intorno al quale ruota tutto il romanzo è proprio la definizione di “realtà” che non va a cozzare con quella di “immaginazione”, ma semplicemente le due condizioni coesistono, come la Strada che si snoda oltre un muro al di là della Galleria Left Bank e non è accessibile alle persone comuni.

Ma in fondo siamo tutti interpretazioni, tutti siamo un coacervo di significati, storie e linguaggi e cambiamo a seconda di come ci vedono gli altri e tutti noi possiamo essere gli eroi della nostra narrazione oppure no, come ci suggerisce l’incipit di DAVID COPPERFIELD più volte citato qui: 

“Diranno queste pagine se l’eroe della mia vita sono stato proprio io o se tale appellativo non convenga meglio a qualcun altro”.

È lo stesso rapporto che si instaura tra fatto e possibilità che abbiamo quando Eddie Munson dichiara di non essere un eroe nella quarta stagione di STRANGER THINGS e poi si sacrifica.

Per quanto possa sembrare di primo acchito un libro “difficile” per gli innumerevoli riferimenti testuali che si ritrovano, in realtà FUGA DI URIAH HEEP è scorrevole perché, se è vero che Charley è molto colto, Rob non lo è e spesso deve andare a cercare le risposte su Wikipedia, come faremmo noi.

Dal punto di vista strutturale, FUGA DI URIAH HEEP il testo è diviso in lunghi capitoli scritti dal punto di vista di Rob, intervallati a parti più brevi dove si ritrovano Millie, Lydia (fidanzata di Robert) o i diari di Charliey, ma anche gli stralci più lunghi si leggono d’un fiato.

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Ovviamente quindi, il premio per la crush questa volta va a Dorian Gray arguto, eternamente stupendo e senza morale.

Nei ringraziamenti, H.G. Parry ammette il suo debito verso gli autori classici inglesi, Dickens in primis ovviamente ma troviamo anche un riferimento a JONATHAN STRANGE E IL SIGNOR NORRELL, che ha lo stesso stile di fantasy vittoriano. 



 

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