LA NOTTE SCORSA AL TELEGRAPH CLUB

 



Malinda Lo, Mondadori  


VOTO: 8.5 



Siamo nel 1954 nella Chinatown di San Francisco.

La nostra protagonista, Lily, è una ragazza di diciassette anni appassionata di missili, astronavi e fantascienza. Da alcuni piccoli segnali Lily comincia a capire qualcosa di sé che non avrebbe mai sospettato: prova desideri omosessuali.

Immaginatevi quanto questo possa essere vissuto come problematico in un ambiente chiuso come la comunità sino-americana degli anni Cinquanta.

Sullo sfondo di una storia d'amore che si sviluppa con quello che in gergo viene detto slow burn (cioè molto lentamente all'interno dell'arco narrativo, man mano che le due protagoniste si recano al locale notturno chiamato Teleghaph Club), si dipanano vari temi che vengono scanditi con pratiche timeline che riguardano gli eventi storici: si parla ad esempio di caccia ai comunisti. Subito dopo la fine della guerra di Corea, la Cina era infatti passata da rappresentare un alleato all'incarnazione del nemico ma nel libro c'è ancora spazio per una visita di Lady Chiang Kai-Shek, che era vista come un'eroina dalla comunità cinese-americana perché aveva studiato negli Stati Uniti e parlava fluentemente inglese.

I sino-americani (allora chiamati semplicemente “orientali”) avevano un forte desiderio di integrarsi dimostrando di far parte del grande melting pot americano ma, come dice la scrittrice, l'integrazione attraverso l'adattamento è sempre una soluzione solo parziale; quindi ad esempio ci viene mostrato come Chinatown fosse un piccolo mondo a sé, dal quale i cinesi difficilmente uscivano e che era meta dei “giri turistici” dei caucasici.

Ancora adesso è in parte così: i sino-americani tenderanno a legare tra loro venendo esclusi ma anche escludendo gli altri (per quanto la diversificazione si sia forse mitigata in favore di una maggior mescolanza inter-etnica).

Per farmi un'idea di questa realtà ai giorni nostri, ho letto la graphic novel STARGAZING di Jen Wang e sono rimasta colpita dalla coesione che ancora esiste nella comunità sino-americana, che però presenta anche tante differenze interne.

In TELEGRAPH CLUB, l'autrice inventa una protagonista con la passione per la missilistica pacifica e che sogna di andare sulla Luna e su Marte, e in questo modo introduce il discorso dell'ascesa del Jet Propulsion Lab che era stato fondato tra gli altri da uomo scienziato di origine cinese : Qian Xuesen, e della particolare storia delle donne calcolatrici – la cui personificazione è la zia di Lily, Judy.

Si tratta di una versione cinese della storia raccontata nel libro IL DIRITTO DI CONTARE di Margot Lee Shetterly, da cui è stato tratto un film nel 2016 e che parlava delle donne nere addette al calcolo

Da questo punto di vista, TELEGRAPH CLUB è piuttosto leggero, perché non riporta apertamente scene di razzismo se non per alcuni stereotipi portati avanti ottusamente dagli americani bianchi.

Invece, attraverso il personaggio di Kath si raccontano dei primi voli al femminile, citando anche diverse pioniere delle avventure in aria come Amelia Earhart.

Il Telegraph Club del titolo non è un luogo reale ma è ispirato a veri locali dell'epoca come il Mona, dove si esibivano donne in abiti maschili, o il Finocchio dove invece si esibivano uomini in abiti femminili (e da cui credo derivi il nostro termine dispregiativo “finocchio” per indicare un gay).

Anche il linguaggio utilizzato da Malinda Lo è fedele a quello in uso negli anni Cinquanta con un'eccezione abbastanza lampante per il termine “queer” che, benché sia sempre stato comune in inglese, viene riferito alla comunità LGBTQ+ solo a partire dagli anni Novanta.

In fondo al libro ci sono una bibliografia e un'appendice davvero molto interessanti che illustrano la storia di Chinatown e dei diritti omosessuali.

Come spiega l'autrice, questo vuole essere un romanzo per non dimenticare le tante donne di origine cinese che si sono battute sul fronte dei ugualianza anche se è stato difficile trovare informazioni su di loro.


Ho apprezzato lo stile di scrittura di Malinda Lo che, come le altre autrici sino-americane che sto scoprendo in questo periodo, ha un grande lirismo nella prosa, soprattutto nella descrizione di persone, luoghi e sensazioni.

Commenti

Post popolari in questo blog

CHE GUEVARA AVEVA UN GALLO

I GERANI DI BARCELLONA

TERRE SENZA DIO