LA MASCHERA DI NŌ

 


Camille Monceaux, Ippocampo Edizioni

VOTO: 8.5

LA MASCHERA DI  (?) NŌ è il primo libro della tetralogia de LE CRONACHE DELL'ACERO E DEL CILIEGIO.

L'autrice francese Camille Monceaux ha voluto qui esprimere il suo amore e il suo rispetto per la cultura giapponese, che lei conosce bene per aver vissuto nel Paese del Sol Levante e aver studiato la lingua e le tradizioni, essendosi innamorata di questo mondo alle superiori, attraverso manga e anime (soprattutto quelli di Miyazaki)

Effettivamente LE CRONACHE è un'opera prima ambiziosa che presuppone un grande lavoro di ricerca: si tratta di un'ambientazione storica nel Seicento giapponese, sotto il famoso shogunato Tokugawa.

Il punto di forza della scrittura della Monceaux è un'estrema accuratezza unita però alla fruibilità, di modo che anche chi non conosce la Storia orientale, può comunque godere di un ottimo romanzo di avventura e formazione.

Il protagonista è Ichirō, che il lettore segue sin dalla primissima infanzia passata isolato con il maestro di spada e la vecchia domestica Oba.

In realtà questo aspetto bucolico che rispecchia in parte qualcosa di tipicamente giapponese, appartiene alla stessa Monceaux, che è cresciuta nella regione di Bordeaux tra boschi e vigneti e fa sì che Ichirō non sia il solito personaggio di cappa e spada nipponico, forte e dedito alla violenza.

Nella prima parte del libro assistiamo agli allenamenti quotidiani del giovanissimo protagonista ma poi il destino lo porterà a cambiare totalmente vita, recandosi nell'affollata Edo (l'antica Tokyo) dove, per una serie di strane coicidenze, intraprenderà la carriera di attore del nascente teatro kabuki.

La dolcezza di Ichirō contrasta con il machismo delle storie classiche di samurai de è piuttosto segno di una ricerca costate dell'identità; ricerca che si esprime anche con il mutare dei nomi che egli riceve a seconda delle circostanze, non sapendo con esattezza chi sia – visto che non conosce le sue origini.

L'autrice ha affermato che il primo personaggio a venirle in mente è stato quello femminile, ovvero Hiinahime, la ragazza che indossa sempre una maschera del teatro nô e vive reclusa. Arrivando poi alla conoscenza delle motivazioni di questa crudele restrizione in stile Maschera di Ferro, l'ho trovata poco credibile e un po' forzata, un modo eccessivamente romantico e romanzato per parlare della situazione storica del Giappone seicentesco e penso che in fondo il personaggio di questa ragazza di alto lignaggio non sia stato sfruttato a pieno. La Monceux ha detto in un'intervista che ha preferito sviluppare il libro dal punto di vista di Ichirô: una scelta più facile ma sono convinta che Hiinahime avesse ancora molto da esprimere.

Ho invece apprezzato moltissino Shin, il migliore amico di Ichirō (che nella grande città si fa chiamare Tomo): è il figlio di un venditore di ventagli e la descrizione delle dinamiche famigliari tra Shin, suo padre e suo fratello maggiore da un lato; la madre e la sorellina dall'altro sono interessati e ben gestite.

Anche Daichi, il poeta sognatore, è un personaggio ricco di sfaccettature che si vanno svelando poco a poco.


LE CRONACHE DELL'ACERO E DEL CILIEGIO – LA MASCHERA DI NŌ è un buon libro che porta al pubblico occidentale una storia non troppo nota e avvicente (anche se c'`da dire che la Francia è il primo Paese “consumatore” di manga dopo il Giappone e che in Italia un libro su dieci venduto nelle librerie è un fumetto, quindi non si tratta più di un mondo così esotico).

 Credo però che il target di riferimento di questa saga sia un po' difficile da definire: il protagonista è moto giovane perché lo seguiamo dall'infnzia ai quindici / sedici anni ma non penso si possa inserire la serie tra gli young adult (cosa che invece ho visto fare), sia per la violenza di alcune scene sia soprattutto per la difficoltà di alcuni termini utilizzati e del contesto socio-politico descritto.


Bellissima l'edizione di Ippocampo con le pagine decorate con un pattern a fiori, ma non ho amato la traduzione di Fabrizio Ascari, che ha scelto una forma di italiano un po' desueto specie nelle concordanze verbali, e anche quel “di Nō” nel titolo mi lascia perplessa, vedremo se il nuovo traduttore assoldato per il secondo volume LA SPADA DEI SANADA risolverà queste pecche.

Per quanto riguarda il terzo volume della serie, Camille Monceaux è appena tornata dal Giappone dove era stata per fare ricerche e ha svelato su Instagram che le mancano da scrivere tre o quattro capitoli.

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