MADE FOR LOVE

 



Alissa Nutting, Mondadori Oscar Vault


VOTO: 8

Hazel è sposata da circa dieci anni con Byron, un asettico magnate dell'informatica che aspira a diventare “dominatore globale”. La loro vita scorre fredda e controllatissima all'interno di una futuristica residenza chiamata il Centro. Poi lui le chiede la prova d'amore suprema: farsi impiantare un chip nel cervello che consenta la piena fusione neuronale delle loro due menti, e allora Hazel capisce tutto. Si rende conto di non aver mai veramente amato il marito e di sentirsi soffocata e nauseata dalla loro relazione così codificata. Il suo è stato solo un tentativo di affermarsi al di là dell'affetto paterno che le è stato negato da una situazione famigliare sterile. E adesso che scappa dal marito la sua unica opzione è rifugiarsi proprio dal padre, che abita in un campo roulotte per pensionati e si è comprato una bambola gonfiabile per allietare i suoi ultimi momenti (ovvio simbolo della donna-oggetto che però a un certo punto pare diventare quasi viva).

In realtà Hazel vive nella paranoia di essere inseguita e osservata da Byron e teme anche di aver messo in pericolo il padre e tutti quelli che le stanno intorno perché sa che il marito non la lascerà andare senza ritorsioni. Ci sono due diversi aspetti della loro separazione: la versione pubblica che implica anche l'utilizzo di alcuni brevetti esclusivi della Gogol – il nome dell'azienda hi-tech è una storpiatura di Google che riecheggia in modo buffo un autore russo – e quello privato, perché Byron non potrà mai accettare di aver perso la presa su qualcosa. E d'altronde questa è una forma estrema d'amore o piuttosto somiglia al possesso?

Per lasciarsi alle spalle il giogo della tecnologia, Hazel cerca di vivere una vita il più possibile analogica e “sporca” , ovvero non continuamente filtrata.


MADE FOR LOVE è innanzitutto un romanzo femminista che racconta lo stalking in maniera originale e con un pizzico di fantascienza ma proprio questo aspetto rende il libro un po' più complesso della semplice invettiva contro il controllo maschile,

Byron vuole monitorare tutto e detesta le approssimazioni della Natura. E dunque il romanzo di Alissa Nutting è anche una critica sociale al mondo sempre più omologato e interconnesso, che ci rende simili a creature in un acquario, sottoposti allo sguardo indagatore degli altri come nel videoclip di YOU DON'T CARE ABOUT US dei Placebo.


A sbloccare la situazione di stallo in cui si trova Hazel interviene Jasper uno strano truffatore che, a seguito di un aggressione in mare, si accorge di provare attrazione sessuale per i delfini.

La Nutting aveva già affrontato il tema di un amore difficile nel suo primo romanzo TAMPA (in Italia pubblicato con il titolo LA LEZIONE), in cui parlava dell'interesse di un'insegnante per un quattordicenne. In realtà avevo iniziato a leggere questo esordio ma mi sono bloccata per lo stesso motivo che mi aveva quasi fatto abbandonare MADE FOR LOVE:  la descrizione esibita della masturbazione femminile, che mi è sembrata un espediente facile  e mi ha dato fastidio. L'autrice infatti si gioca la stessa carta  disturbante per aprire entrambi i libri, il che mi spinge a chiedermi se si tratti di coraggio espressivo o di una scelta semplice per épater le bourgois

Una strana coincidenza fa risuonare degli echi di V.M. 18 di Isabella Santacroce nell'improbabile storia ittica di Jasper, ma penso che si tratti esattamente di questo: una mera coincidenza.

Andando avanti nella lettura di MADE FOR LOVE si trovano personaggi indimenticabili e scene davvero uniche ed esilaranti ma, nonostante questi siano innegabilmente fattori positivi, si ha la sensazione che ci sia dietro qualcosa di artefatto (probabilmente dico questo solo perché so che l'autrice insegna scrittura creativa e io sono fermamente contraria a questo tipo di corsi). In diversi punti ci ritroviamo nella rielaborazione ironica delle fiabe, con la casa- roulotte che viene smaterializzata come nel MAGO DI OZ o con Hezel abbracciata a un fenicottero rosa da giardino, come in una versione ubriaca di ALICE (e non dimentichiamo che loro due – Alice e Dorothy – furono i prototipi dell'eroina femminista). Tuttavia, questa versione allucinatoria esplicita ricorda più da vicino la serie OZARK o lo stile dei nuovi talentuosi autori americani come Alexandra Kleeman che non lo stile dei classici per ragazzi. Ho notato che la Nutting, come la sua collega californiana, insiste più volte sul particolare dei capelli dei protagonisti, come una sorta di amuleto di Sansone (la scena dell'ingestione della treccia tagliata in IL CORPO CHE VUOI era stata particolarmente shoccante per me e ha tratti in comune con il taglio dei lunghi capelli castani di Jasper).


Uno degli aspetti più interessanti del libro, che forse passa un pochino inosservato rispetto ad altri temi, è il rapporto della protagonista con il padre: sin da piccola lei ha cercato amore e approvazione senza trovare però la giusta “intensità” (“The situation wasn't quite as intense as I thought” dicevano i Nirvana.) , il che la porta a lasciarsi invischiare in una relazione che in realtà non vuole. Tutta questa dinamica è spiegata molto bene nel corso del romanzo, fino a sfociare nell'isterismo di Hazel che inveisce prendendo a pugni una vetrata, il che onestamente mi è sembrato troppo forzatamente didascalico.

Dal punto di vista strutturale, il romanzo è costruito con continui rimandi, attraverso dei piccoli dettagli che innescano ricordi del passato. 

Per buona parte del libro la storia di Jasper si sviluppa in capitoli separati, tanto che ci si chiede quale sia il nesso tra le due vicende, e il trovarlo è quindi un epifania finale molto ben orchestrata.



Dal MADE FOR LOVE è stata tratta anche una serie HBO con Cristin Milioti in onda Sky ma io non ho potuto vederla perché non possiedo quella piattaforma. Geniale la tagline della serie: "Moderna love Is a mindf*CK"!.

Commenti

Post popolari in questo blog

CHE GUEVARA AVEVA UN GALLO

I GERANI DI BARCELLONA

TERRE SENZA DIO