LA REPUBBLICA DEL DRAGO

 



R.F. Kuang, Mondadori Oscar Vault 

VOTO: 9

LA REPUBBLICA DEL DRAGO è il secondo volume della trilogia della GUERRA DEI PAPAVERI (in realtà si tratta di una tetralogia perché esiste un quarto libro collaterale che riscrive tutta la storia dal punto di vista di Nezha), una saga fantasy basata sulla storia alterata della Cina medievale e sulla sua ricca mitologia.

R.F. Kuang approfondisce meglio i personaggi presentati nel primo volume orchestrando un' altra cruenta guerra: stavolta di tratta di rovesciare l'imperatrice Su Daji a favore di un presunto sistema democratico – presunto perché poi le cose si complicano e vanno a rotoli con l'arrivo dei soldati esperiani, demoni con gli occhi azzurri portatori di un'altra religione e di un'altra cultura, ovvia personificazione dell'Occidente.

È questa la parte più interessante del romanzo: il confronto impari, il cosiddetto scontro di civiltà ipotizzato da Huntington. Gli esperiani hanno una potenza militare devastante e tecnicamente avanzata e portano sul suolo nikariano i missionari della Grigia Compagnia per convertire i “barbari”. Il loro scopo ultimo è quello di estirpare il Caos rappresentato dai sessantaquattro dèi nikariani. Rin – la protagonista – è una di questi sciamani, legata alla dea Fenice che reclama sempre più sangue e distruzione, come se la guerra fosse una condizione necessaria. E in effetti sembra così nelle parole degli altri cike – l'unità di sciamani in servizio nell'esercito.

Questo, insieme alla questione religiosa, pone importanti questioni di ordine morale.

Gli dèi sono spesso portatori di un potere troppo grande e terrificante per un normale essere umano, ma questa forza immensa è anche esaltante come il volo, ed è esemplificata dalle ali di fuoco che Altan – ex capo dei cike che avevamo conosciuto nel libro uno – creava in battaglia.

Dopo il sanguinoso scontro con la Federazione, Rin ha bisogno di una nuova causa in cui credere e si unisce alla Repubblica di Vaisra, un uomo che per lei rappresenta una sostituzione della figura paterna che non ha mai avuto. Attraverso questo nuovo legame, la protagonista esplora il suo antico attaccamento verso Altan, fatto di ammirazione, odio e amore.

R.F. Kuang delinea benissimo tutti i personaggi utilizzandoli con maestria all'interno della storia e, se io ho trovato un po' difficoltosi i numerosi riferimenti geografici è solo perché ero troppo pigra per andare a consultare ogni volta la cartina. In realtà i rimandi alle località sono serviti a creare un complesso world building e a delineare la spaccatura tra Nord e Sud che caratterizza il Nikan e che è profondamente simbolica della situazione geopolitica della nostra attualità, sia per quanto riguarda la politica interna della Cina sia a livello mondiale.

Il personaggio che ho amato di più per la sua complessità è sicuramente Nezha, figlio di Vaisra, che nasconde un doloroso segreto e che decide di anteporre gli ideali politici ai desideri personali: il modo in cui l'autrice tratteggia le sfaccettature del carattere di questo ragazzo è davvero unica! Ho apprezzato anche il ripescaggio di Vinka, una ragazza che era stata violentata dai mugeniani durante la campagna contro la Federazione e che, da quel momento, incarna la rabbia e il coraggio (anche attraverso un divertente turpiloquio); mentre Rin è pura collera, cieca e devastante così come Feylen, un altro sciamano che ha perso la testa, lasciandosi completamente sopraffare dal dio del vento.

Un'altra nota molto positiva è la vivida descrizione dell'uso e dell'astinenza dalle droghe, nella fattispecie dall'oppio che Rin e gli altri prendono per tenere sotto controllo le divinità.

Ma lo stile della Kuang è elegante e grafico in ogni dettaglio, dipingendo scene molto realistiche e di impatto, sia nella parte dedicata alle numerose battaglie navali sul fiume – che si avvalgono di spettacolari schemi corali - sia nelle immagini più intime e toccanti e per questo mi piacerebbe entrare in possesso delle nuove edizioni uscite in questi giorni in America, impreziosite da bellissime fanart.

Si ha l'impressione che non esista il bianco e il nero, i buoni e i cattivi perché ognuno commette errori terribili che portano alla morte.

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