SULLE TRACCE DI JACK LO SQUARTATORE

 


SULLE TRACCE DI JACK LO SQUARTATORE (il titolo originale STALKING JACK THE RIPPER mi pare più evocativo) è il primo libro che Kerri Maniscalco dedica alle indagini atipiche di Audrey Rose Wadsworth. E le definisco “atipiche” per più di una ragione.

Com’è ovvio ci troviamo a Londra nel 1888 ma non è altrettanto ovvio che la nostra eroina ami la medicina legale, né che prediliga la tenuta da cavallerizza al posto di strati e strati di sottane, cuscinetti e corsetti.

Alcuni hanno trovato antipatica la protagonista, io invece ho empatizzato con lei, arrivando a capire i suoi sentimenti discordanti per il padre, che incute paura ma anche affetto; e ho simpatizzato con il suo desiderio di libertà, che la spingono a correre via dal soffocante salotto di zia Amalia, tutta bon ton e crinoline. Ad un certo punto Audrey Rose si chiede se non ci sia un’altra via, un modo meno estremo di agire: cercare l’indipendenza ma non in un laboratorio di autopsie. È piuttosto curioso che sia lei (come assistente di suo zio Jonathan) a eseguire le analisi, ma non dimentichiamo che nei anche in I MISTERI DI MURDOCH – ambientato in Canada più o meno in quegli anni – l’anatomopatologa è una donna, la dottoressa Julia Ogden, segno che forse nei Paesi anglosassoni erano più all’avanguardia sulla parità di genere, anche se nel romanzo si sente il disprezzo che spesso altri uomini del corpo di polizia tributano ad Audrey Rose solo per il fatto di essere donna.

Così non è invece per l’altro assistente di Jonathan Wadsworth, ossia Thomas Cresswell, che s’innamora subito della protagonista, con un colpo di fulmine un po’ troppo forzato (ma non lo sono tutti i colpi di fulmine?). Oltretutto lui è davvero insopportabile: sempre a inorgoglirsi come un pavone per le sue capacità deduttive a la Sherlock Holmes. Infatti sono convinta che sia stato ispirato in parte dal personaggio di Conan Doyle, anche se mancano alcune caratteristiche chiave come il laudano e il violino. Alla fine, dopo la Nota dell’autrice e i Ringraziamenti ci sono quattro capitoli riscritti secondo l’occhio critico e ipervigile di Thomas, ma io sinceramente li ho saltati perché trovo quell’uomo irritante.

L’edizione Mondadori Oscar Vault è come sempre curatissima e di gran pregio, con le pagine dalla bordatura verde scuro, la sotto copertina con gli strumenti chirurgici e immagini dell’epoca, tra cui anche la famosissima lettera il cui incipit recitava FROM HELL (prendendo il passo dal PARADISO PERDUTO di John Milton), che poi è diventato il titolo stesso di un famosissimo fumetto e di un film.

Dopo questa esperienza immersiva nel mondo vittoriano di Jack lo Squartatore, vorrei leggere (avendone il tempo: sigh!) LE CINQUE DONNE di Hallie Rubenhold che ricostruisce la storia vera delle cinque vittime del serial killer., perché troppe volte si dimentica – ma invece la Maniscalco lo sottolinea a dovere – che si trattava di madri, sorelle, fidanzate, figlie …

Altro aspetto che la scrittrice mette in luce è che spesso non ci si accorge di avere accanto un mostro, nascosto sotto l’aspetto di una persona comune o persino un nostro caro.



Mi è piaciuto moltissimo il finale inaspettato e che ruba altri elementi del romanzo gotico vittoriano (ma non dirò di più per non fare spoiler) e mi ha ricordato un po’ un libro che ho adorato: LA STELLA NERA DI NEW YORK di Libba Bray, che spero Oscar Vault porti presto in Italia con tutta la tetralogia THE DIVINERS (odio le serie interrotte e inoltre, di sicuro la Bray è due tacche più su della Maniscalco!) …

Ma comunque da Patricia Cornwell con RITRATTO DI UN ASSASSINO ad Alan Moore autore del fumetto, tutti hanno una loro teoria.

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