L'ANOMALIA

 


Hervé Le Tellier, La Nave di Teseo

VOTO: 8.5 

L’ANOMALIA è un libro strano, vincitore del Premio Goncourt 2020.

Partiamo dagli antefatti, che sono quanto meno bizzarri: un aereo della Air France atterra regolarmente a marzo, dopo una piccola turbolenza. Peccato che poi lo stesso identico aereo atterri una seconda volta a giugno: medesimo volo, medesimo equipaggio, medesimi passeggeri.

La storia quindi si spacca. Da un lato abbiamo un team di scienziati impegnarti a cercare di capire come si sia potuto verificare una fenomeno del genere - Alla fine ci si mettono anche filosofi e teologi: ma sarà poi solo una questione filosofica?

Dall’altra parte seguiamo le storie dei diversi personaggi, che sono ben undici (“Undici non saranno troppi?”: dice la editor allo scrittore). E la mia risposta è “NO” non sono troppi, perché servono a gestire un misto succoso di situazioni: l’uomo col cancro versus quello che ancora non lo ha; la coppia che si sta per lasciare; quella che sta per avere un bambino; l’uomo (lo scrittore) che decide di togliersi la vita versus quello che decide invece di rimanere ricomponendo il suo passato. Infatti, al netto di una risposta univoca – che comunque non c’è – la verità fornita è che “Dobbiamo uccidere il passato per renderlo ancora possibile”; o forse mettere più strati di un unico passato uno sull’altro perché funzionino, come in una casa di mattoncini Lego.

Che i due aerei si siano semplicemente fotocopiati o che siano entrati in una stramba teoria delle stringhe o nel Sottosopra (non c’è nessun riferimento diretto a STRANGER THINGS ma le citazioni da altre serie si sprecano) quel che conta in questa piccola gemma (Bellissimo il finale ma…. NO SPOILER!) che cita Perec, Shakespeare, Auden e BLACK MIRROR (con un ovvia sorvolata su LOST – perdonatemi il gioco di parole), i richiami fantascientifici sono moltissimi da DUNE ad Arthur C.Clarke a Christopher Nolan fino a MATRIX , ma qui il gioco mi sembra più sottile: l’eterno dilemma del re addormentato che – da Calderón de la Barca a Lewis Carroll: con questi due autori, Le Tellier avrebbe anche in comune un personaggio che si dà consigli dà solo – si chiedeva chi era a sognare. Ci sono riecheggiamenti e giochi di parole anche nel vestiario: il matematico indossa una T-shirt con scritto I ZERO, ONE & FIBONACCI, esattamente come nel film C’ERA UNA VOLTA IN MESSICO l’agente Jeffrey Sands (Johnny Depp) aveva una maglia che diceva I’M WITH THE CIA, e io ho regalato a mio fratello – che fa il fisico -  una maglietta con un gatto DEAD OR ALIVE.

Certo può sembrare che ci sia una bella differenza se siamo noi i “programmatori” o i “programmati” perché in tal caso, come diceva Woody Allen, “Il programma è una vera schifezza” e c’è qualcosa di simile anche in PERSON OF INTEREST: l’uomo che crea una Macchina più evoluta dell’Uomo stesso.

Lo aveva già pensato Platone, ma il rimando più facile, allegorico e recente è a KLARA E IL SOLE di Kazuo Ishiguro in cui una ragazza robot viene creata con lo scopo sviluppare sentimenti di amicizia verso un’umana.

Va detto poi che L’ANOMALIA è un vero collage di citazioni che uniscono Michelangelo, Joyce e Dylan Thomas a Italo Calvino che come Le Tellier era membro dell'OuLiPo, passando da Stephen King a GLITCH, capolavoro seriale australe che – proprio come Le Tellier - pone l questione sul filo del rasoio scientifico/ religioso (che sia questo il famoso rasoio di Occam?)

Il punto di contatto supremo però non è con INTERSTRELLAR di Nolan (che non ho visto) né con DUNE di Villeneuve (che ho visto) ♥ , ma con PULP FICTION di Tarantino. Non ho controllato se i versetti pronunciati dal fanatico Jacob Evans siano reali o inventati ma richiamano tantissimo quell’Ezechiele 25:17 recitato per tre volte da Jules Winnfield prima di sparare.


Com’è ovvio dato che si tratta di un volo Parigi – New York i due poli geografico-narrativi sono la Francia e gli Stati Uniti ma, a parte la caricatura del presidente Trump che fa morire dal ridere, avrei voluto più ampliamento di un'ipotetica questione internazionale. C’è Blake, l’australiano che, oltre al riferimento chiaro a DEXTER, a me ha fatto venire in mente L’UOMO DUPLICATO di Saramago che una giorno si ritrova faccia a faccia con se stesso (e qui forse un po’ più di spazio andava dedicato al personaggio)

Ad esempio, ci sono una dozzina di cinesi che non vengono nemmeno presi in considerazione e poi il cantante rap nigeriano Slimboy (ricalcato forse su Slim Shady - altro nome di Eminem? Ehm non me ne intendo di rap). Si parla dei diritti dei gay in Africa ma è un tema trattato troppo marginalmente. Secondo la mappa del libro GLOBAL GAY di Fréderic Martel tutti i Paesi africani della costa atlantica prevedono il carcere e l’illegalità per l’omosessualità, cosa che mi sembra gravissima.

Al di là di una buona, anzi buonissima idea, si ha un romanzo che finisce un pochino in fumo senza una reale motivazione. Non si tratta di un film sull’immigrazione perché i due punti di partenza /arrivo sono anzi quelli globalmente privilegiati. Volendo cercare quindi una spiegazione fuor di metafora bisognerebbe andare al film THE TERMINAL con Tom Hanks (che a un certo è citato nel libro per via di una somiglianza fisica con un personaggio) e non al bellissimo lungometraggio ecuadoriano PROMETEO DEPORTADO di Fernando Mieles dove una sala si riempie sempre di più di latino-americani che devono essere rimpatriati mentre la suddetta Patria si svuota.

Nonostante un certo compiacimento francese di Le Tellier nel nominare tutti gli organi e sotto-uffici americani alla sicurezza (alcuni dei quali sembrano falsi), il romanzo parrebbe più sull’assoluta normalizzazione delle coscienze.

Il finale, come le parti di un programma che si disintegra, suggerisce che effettivamente si trattasse alla fine di una simulazione, anche se non è chiaro chi l'abbia lanciata. 




Non mi sono piaciute le copertine internazionali con questo clima balneare: meglio la versione sobria francese o al limite quella con gli aeroplani visti da un grattacielo come nella versione olandese.

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