LA DONNA DALLA GONNA VIOLA

 



Natsuko Imamura, Salani

VOTO: 7

Una donna che indossa sempre una gonna viola ha l’abitudine di passeggiare nella galleria commerciale per poi fermarsi al parco. È diventata una vera e propria istituzione del quartiere: i ragazzini che giocano ai giardini la includono pian piano nel loro gruppo e la Donna con il Cardigan Giallo la nota e decide di voler stringere amicizia con lei. Ma come avvicinarla? Cardigan Giallo evidenzia un annuncio di lavoro pubblicato dall’hotel dove lei stessa è impiegata e le due si trovano ad essere colleghe.

Leggendo solo il titolo LA DONNA DALLA GONNA VIOLA mi aspettavo una vicenda ambientata nel Giappone tradizionale, e invece no: si tratta di un racconto contemporaneo, scritto con lo stile tipico delle narrazioni di oggi piane e senza orpelli.

Natsuko Imamura mette in scena una piccola storia molto semplice che però chiarisce bene diversi aspetti salienti della società giapponese:

Il primo snodo tematico del libro è l’interesse personale che diventa stalking: il lettore è portato a chiedersi se da un atteggiamento del genere possa derivare qualcosa di positivo. Ricordo un esempio piuttosto divertente nell’anime MAWARU PENGUINDRUM in cui una ragazza era letteralmente ossessionata dal suo professore e, proprio come fa la nostra Cardigan Giallo, ne annotava gli spostamenti e le abitudini su un quaderno.

Tuttavia devo dire che Imamura non ci fornisce una risposta esaustiva sul tipo di rapporto che  nasce da premesse del genere.

Il secondo punto è ovviamente quello che concerne l’ambiente lavorativo in hotel: tutte le cameriere commettono infrazioni al regolamento, ma vige una rigida gerarchia che impone di rispettare sempre le superiori ed espone le neoassunte a una ridda di pettegolezzi. A questo proposito è molto carino il film OFFICE ROYALE di Kazuaki Seki, presentato al Far East Film Festival del 2021: qui le impiegate di un’azienda sono divise in bande come i teppisti! 


Nel libro di Imamura non si arriva a questi estremi caricaturali, ma l’autrice fa notare che, in una struttura di lavoro gerarchizzata e composta di sole donne, succede che si sparli delle nuove arrivate e anche lo splendido romanzo UN LAVORO PERFETTO di Kikuko Tsumura mette in luce questo spiacevole fatto.

Si nota poi come in Giappone sia normale che gli “obblighi” si estendano ben al di là dell’orario lavorativo, arrivando a includere come extra la classica bevuta nei locali coi colleghi.

Il romanzo di Imamura ha una svolta quando alcuni articoli dell’hotel spariscono dalle camere e vengono accusate le cameriere: ognuna ha le sue abitudini illecite (chi beve il caffè a disposizione degli ospiti; chi mangia gli snack a pagamento; chi si porta a casa la frutta avanzata dal buffet; addirittura chi beve di nascosto lo champagne!…) ma nessuna è disposta ad ammettere queste trasgressioni quando la storia si complica con risvolti sentimentali.

LA DONNA DALLA GONNA VIOLA ha un sacco di buoni spunti ma a mio avviso il voto complessivo al romanzo non può essere troppo alto, perché tali hint non sono sviluppati adeguatamente.

Ad esempio, la protagonista nota che Gonna Viola fa solo lavori a tempo determinato con contratti piuttosto brevi però non ci viene spiegato molto della sua vita;

anche la parte di narrazione che si svolge all’interno dell’hotel ha poco spessore. Avrei desiderato un inserto pregnante sul mestiere di cameriera, qualcosa sul genere di LE DOMESTICHE di Tanizaki (ma forse voglio volare troppo alto) o qualcosa di ironico, come CON RISPETTO PARLANDO della scrittrice portoghese Ana Nobre de Gusmão.

Anche il colpo di scena finale, che prometterebbe una storia succosa, si risolve in poche pagine.

In conclusione, LA DONNA DALLA GONNA VIOLA è un romanzo in potenza, ricco di buone idee che però non vengono sviscerate abbastanza.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

I GERANI DI BARCELLONA

CHE GUEVARA AVEVA UN GALLO

TERRE SENZA DIO