LA GUERRA DEI PAPAVERI

 



R.F. Kuang, Mondadori Oscar Vault

VOTO: 9


LA GUERRA DEI PAPAVERI è il primo libro dell’omonima trilogia (che si arricchisce poi anche di un quarto libro speciale).

Narra le vicende del Paese di Nikan, da sempre in guerra con la federazione di Mugen, l’Isola Arcuata. In realtà è evidente che sotto le spoglie del fantasy si nasconde la Storia della Cina.

La parte migliore della storia, tuttavia, non è il racconto relativo alla guerra – anche se questo ci regala il brivido di un po’ di sana, cruda violenza – ma la approfondimento relativo allo sciamanesimo . In Nikan ci sono sessantaquattro divinità riunite in un Pantheon e un gruppo scelto di soldati (i cike) hanno le capacità per invocarle in combattimento. La protagonista del romanzo è Rin, una ragazza che arriva all’Accademia Militare come una meteora: orfana del sud con la pelle scura (come in un qualsiasi buon libro con l’eroe che viene dal basso). Rin ha il potere di invocare la Fenice, divinità del fuoco, ma naturalmente, per il principio dello “scambio equivalente”, richiamare gli dèi ha un costo a livello psichico, specie se si usano droghe per ottenere l’effetto.

Mi sono piaciuti moltissimo i personaggi, tutti ben delineati, sia quelli che s’incontrano all’Accademia che quelli che troviamo sul campo di battaglia, in particolare la Compagnia dei cike, detti “I Figli Balzani”, ognuno dotato di un potere conferitogli da una divinità. Il personaggio che per me resta più controverso è il maestro Jiang: è un saggio, un codardo o un soltanto un drogato irrecuperabile? Sono molti i protagonisti che hanno una psicologia complessa e sfaccettata, non semplice da definire: come per esempio Altan, prima stella indiscussa della scuola e poi comandante dei cike, che si porta dietro un passato traumatico come ultimo sopravvissuto della sua etnia.

Lo stile di Rebecca Kuang, carinissima e giovanissima autrice sino-americana, è pulito ed elegante anche nei momenti più cruenti ed è impeccabile proprio nel world building e nella caratterizzazione. Naturalmente sarebbe stato bello portare avanti un paragone tra LA GUERRA DEI PAPAVERI e la TRILOGIA DELL’IBIS di Amitav Ghosh (MARE DI PAPAVERI, FIUME D’OPPIO, DILUVIO DI FUOCO) che affronta in maniera romanzata la storica guerra dell’oppio tra Cina e Regno Unito, dipanandosi con un’ambientazione che copre l’Estremo Oriente, l’India e le Mauritius. Ovviamente però non ho avuto il tempo di portare a termine un progetto comparativo così ambizioso (che potrebbe diventare un compito per l’estate).

Comunque, per tornare al romanzo oggetto di questa recensione, voglio dargli il massimo concesso a un “primo capitolo”, cioè un bel 9, perché vi ho ritrovato la raffinatezza de LA GRAZIA DEI RE di Ken Liu (a proposito, Oscar Vault, quando ci darete il secondo libro della TRILOGIA DEL DENTE DI LEONE?) con in più una carica pulp degna di un romanzo grimdark e quel punto di contatto con il mondo soprannaturale che io adoro nei romanzi e nei fumetti.

Altro lavoro per l’estate: un raffronto tra LA GUERRA DEI PAPAVERI (presto avremo il secondo volume della saga: data d’uscita 25 maggio 2021) e un altro libro di ispirazione cinese (questa volta prettamente storica, a quanto pare) LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI AQUILE di Jin Yong, uno degli scrittori più influenti della letteratura cinese moderna – stando alla rete. Questa piccola perla sarà in uscita in Italia ai primi di giugno, sempre per Mondadori, che dobbiamo ringraziare non solo per i contenuti che sta portando nel nostro Paese, ma anche per le splendide e curatissime edizioni (spesso con pagine colorate, che sono una cosa che esteticamente io amo particolarmente).

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