TOMATO RED

 


Daniel Woodrell, NN Editore

VOTO: 10

Sammy è un ragazzo come tanti, perso nella grande periferia americana: beve, fuma e fa uso occasionalmente ricreativo di droghe per “evitare certi pensieri, quelli che ti mangiano il cervello se li fai uscire dalla gabbia” (questa è la mia frase preferita del libro!)

Una sera accetta per sfida di entrare in una villa, ma non è un ladro: porta via solo piccole cose inutili, come una cravatta o qualche ninnolo. Nella villa però trova due ragazzi piuttosto “strambi”: sono i padroni di casa? No. Jamalee (detta Tomato Red per il colore sgargiante dei suoi capelli) e Jason sono due fratelli che hanno fatto dell’effrazione un gioco di ruolo per esercitarsi in quel futuro che desiderano, come in FERRO 3 di Kim Ki-Duk.

Tutti e tre sono solo osservatori del “bel mondo”, “della vita lieta e normale” con cui non hanno mai avuto a che fare. È una scheggia impazzita del sogno americano, un frammento che ha un sapore amaro perché – come le favole – non potrà mai avverarsi. Andarsene sarebbe fantastico, ma è impossibile, nonostante il talento di Jason e il piano di Jam basato sulla prostituzione maschile.

Sedotto dalla loro voglia di riscatto, Sammy li segue fino alla casa a West Table (Missouri), un posto “ai margini del mondo”, “dal lato sbagliato della ferrovia”, sfondo abituale per le storie di Woodrell.

I personaggi di questo country noir ricordano moltissimo il film LADY BIRD, e sono convinta che Saoirse Ronan sarebbe perfetta nei panni di Jam (diminutivo lezioso che significa “marmellata”: un’altra cosa che può essere rosso acceso). Per interpretare Jason (capelli neri, occhi verdi, minuto) l’ideale sarebbe Timothée Chalamet.

Come sottolinea Guido Calza nella postfazione, qui Daniel Woodrell riduce al minimo la componente noir per concentrarsi sull’aspetto umano dei protagonisti.

Il quarto polo di questo quadrilatero quotidiano – che diventa anche una triangolo amoroso – è Bev, la madre di Jam e Jason: spregiudicata e volubile, potrebbe essere una Winona Ryder coi capelli biondi. Sentendo il nome Bev si finisce inevitabilmente per pensare alla protagonista femminile del libro IT di Stephen King, e infatti hanno entrambe le stesse caratteristiche: bellezza, forza e fame di vita con in fondo una punta di rassegnazione.

Nella lettura, mi sono soffermata in particolare sui luoghi: una Natura stupenda ma terrificante e desolata, come lo stagno del finale. Posti che potrebbero essere da sogno, ma che si rivelano infidi. Lo si capisce bene guardando la serie OZARK su Netflix, che ha appunto lo stesso set. In primo luogo vediamo gli avvoltoi che si cibano di carogne: uno spettacolo terribilmente cruento, in contrasto con il fascino del lago e delle montagne; in più tra i personaggi della serie ci sono i Langmore, sbandati che vivono nella stessa posizione liminale di Jamalee, Jason, Bev e Sammy.

In realtà, ho appena scoperto che esiste già il film tratto da TOMATO RED e l’ottima scelta per la protagonista è ricaduta su Julia Garner, la stessa che interpreta Ruth Langmore in OZARK: vedi a volte il destino!




La scrittura di Woodrell è altissima e ricorda a tratti Palahniuk, ad esempio quando identifica approssimativamente l’orario con le parole “buio meno un quarto” e ci ho sentito anche qualcosa di Tom Drury. Lo stile dunque, insieme alla psicologia dei personaggi, è il punto forte del romanzo, che è il sesto per l’autore.

Non vedo l’ora di leggere qualcos’altro di suo! Mi sono procurata UN GELIDO INVERNO di cui esiste anche un adattamento cinematografico che ha vinto il Sundance Film Festival Award.

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