OREGON HILL

 



Howard Owen, NN Editore

VOTO: 7.5

Oregon Hill è un quartiere di Richmond (Virginia) (Sì, dove ha sede l’F.B.I., ma il Bureau non c’entra con questa storia). L’ambientazione è molto importante nei romanzi noir perché marca una distinzione tra i personaggi. Willie Black è un giornalista e ha lasciato il vecchio quartiere per un luogo più borghese e signorile (ma in declino. Come i suoi abitanti. Tuttavia non abbandona mai i vecchi amici, che sono come una famiglia, e anche l’assassino e ciò che ruota intorno all’omicidio sono molto segnati dalle divisioni in classi. Si sente anche il razzismo latente della cittadina: Willie e il suo amico tuttofare Abe sono emarginati, uno perché mulatto, l’altro perché nativo. Non ci è spostati di molto dalla logica della società schiavista che suddivideva in quadroon e octoroon, come nel racconto di Lydia Maria Child.


Il punto di forza del libro di Howard Owen sono appunto i personaggi.

La madre di Willie – Peggy – inguaribilmente hippie che ricorda un po’ Lilian , la proprietaria di casa di UNBREAKABLE KIMMY SCHMIDT.

il suo compagno Les che nel delirio sale sui tetti;

Andi, la figlia di Willie, al primo anno di college: forte, indipendente e vegana;

l’Amico, chiamato così perché apostrofa tutti dicendo “Grande, Amico!”

E poi naturalmente Willie Black, che ha cercato nuove possibilità ma rimane uno spiantato sul filo del rasoio, che ama troppo le donne e l’alcol, La traduttrice Chiara Baffa lo paragona ai soliti eroi noir e lo considera in qualche modo un anti-eroe, ma io non ho sentito questa cesura. Nel romanzo ho trovato molti aspetti hard-boiled, a partire dal linguaggio che – come dice la Baffa – marca la dialettica tra le classi sociali, con una certa nostalgia per il passato glorioso di Oregon Hill, un posto dove non ci si poteva tirare indietro se si subiva un affronto ma dove ormai “le risse sono una rarità” (detto con lo stesso tono malinconico che troviamo in RUSTY IL SELVAGGIO di S.E. Hinton)

Un aspetto davvero interessante del libro di Owen è il fatto che Willie sia un giornalista e non un poliziotto, così nel corso della narrazione ci sono diverse considerazioni sul destino della carta stampata nella nostra era digitale. L’edizione cartacea fa sempre più fatica ad uscire, soppiantata dal rapidissimo e qualche volta poco accurata edizione online. E non per niente, in questo caso tutto prende le mosse da un blog, piattaforma virtuale dove Willie può “andare un po’ sopra le righe”.

Si parla di una ragazza trovata decapitata nel fiume South Anna. Sarà Willie – e non la polizia – a far luce sui fatti (ovviamente ci sarebbero delle considerazioni da fare anche sull’assassino, ma non voglio fare spoiler).

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