I GERANI DI BARCELLONA

 

Carolina Pobla, Garzanti

VOTO: 7.5

Siamo nel 1928 Il libro si apre con la storia della famiglia Torres, fino alla tragedia che porterà il buio nella casa e convincerà le due sorelle Remedios e Rosario a lasciare Algeciras per Barcellona. Sono loro i “gerani” che sbocciano colorati e forti dopo un lungo inverno.

Parallelamente seguiamo il viaggio di Tobías nel Nord America, fino al suo ritorno in Spagna.

I due filoni narrativi si uniscono. E scoppia la guerra. Ne vediamo gli effetti sulla città: Barcellona si trova in una bolla in cui inizialmente i Repubblicani mantengono il controllo, fino al crollo della situazione e la vittoria definitiva dei Militari. Per Tobías comincia un periodo duro, perché i suoi principî non gli consentono di fare la tessera del partito.

Rosario, che ha preso il nome di Charito, ha avuto una breve carriera come cantante, un sogno che si è spento nel matrimonio (perché all’epoca si dava per scontato che una donna sposata non lavorasse), e vive nel rimpianto.

Il libro procede fino al 1953 Oltre hai protagonisti, ci vengono presentati una miriade di personaggi che prendono la scena per un po’ e poi spariscono. Avrei preferito più approfondimenti sui filoni secondari (ma forse così il libro sarebbe diventato di 1000 pagine!). Il fatto è che i comprimari occupano uno spazio notevele nella narrazione e ci si affeziona molto a loro. Che fine ha fatto Félix dopo che è entrato nella mafia a San Francisco (dove tra l’altro si sta costruendo il Golden Gate)? E Antonio, commesso dell’armeria innamorato di Rosario? (L’intera casa dei Torres ad Algeciras viene un po’ lasciata nell’ombra dopo la parteza di Rosario e Remedios)

I GERANI DI BARCELLONA non è assolutamente da paragonare alle opere di Edward Rutherfurd sulle città (Londra, Parigi, New York…). Per Carolina Pobla il focus non è su Barcellona – che pure è presente – soprattutto negli anni della guerra civile – ma piuttosto sui personaggi e sui cambiamenti della società spagnola, o meglio catalana. Infatti, il titolo originale (FLORES EN EL BALCÓN) non mette in risalto la città.

È una lettura piacevole che a volte però si arena un po’. Un buon esempio di romanzo storico, ma lo stile non è molto scorrevole né uniforme come invece risulta quello di Care Santos.

Devo ancora leggere IL RAGAZZO CHE AMAVA IL CINEMA di Pere Cervantes, altro libro ambientato a Barcellona nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Nel romanzo di Carolina Pobla si parla della Guerra Civile, ma non del conflitto mondiale come se ci fosse una parentesi di silenzio

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