LETTERE A HAWTHORNE


Herman Melville, LiberiLibri



VOTO: 7

Il carteggio tra Herman Melville e Nathaniel Hawthorne si svolge intensamente tra il 1851 e il 1852. Per quanto breve e incompleto – mancano infatti le lettere di Hawthorne, probabilmente distrutte da Melville – lo scambio segna un momento fondamentale della vita culturale e sociale dei due autori, mostrando sullo sfondo il tessuto intellettuale dell’America di quel tempo. Melville era alle prese con il suo capolavoro MOBY-DICK, che inviò alla famiglia Hawthorne e, mentre “La Balena” prendeva forma, si delineava anche il fallimento dell’opera più filosofica e introspettiva di Melville, PIERRE, e poi l’impasse rappresentata dall’ultima parte del carteggio, denominato LE LETTERE DI AGATHA, riguardanti il progetto per una storia con protagonista Agatha, una donna abbandonata dal marito marinaio e bigamo. Si vede invece come Hawthorne sia all’apice della sua notorietà: l’autore invia a Melville una copia del suo LA CASA DEI SETTE ABBAINI in cui si mescola realismo ed elementi fantastici.

Nathaniel Hawthorne

Mi ha colpito molto l’aspetto umano che trapela dalle lettere. Dal punto di vista fattuale sappiamo che i Melville in quel periodo risiedevano tra i colli del Berkshire – a sole sei miglia da Concord. Questa atmosfera bucolica porta lo scrittore a parlare della vita all’aria aperta e dell’attività agricola, che in qualche modo gli ricordano il suo periodo da marinaio. Interessanti i ripetuti riferimenti diretti all’erba per i quali mi sono chiesta se ci sia mai stato uno scambio epistolare tra lo scrittore di Melville e Walt Whitman (altro pilastro della scena culturale americana di quegli anni, dal momento che la prima edizione del suo FOGLIE D’ERBA è del 1855). Si palesa l’importanza suggestiva della wilderness non solo nella creazione dell’opera letteraria ma anche nel plasmare il morale di una persona. In questo Melville definisce con affetto Hawthorne, chiamandolo “fratello mortale”. Nella scrittura come nella vita, per lo scrittore di New York è importante il cuore ancor prima del raziocinio, quindi l’essere umano pensante si fonde di giorno in giorno col paesaggio attraverso il lavoro manuale e la scrittura.
Opera letteraria e vita si intersecano. Melville parla di un viaggio da Nantucket a New Bedford che poteva essere una sorte di documentazione sul campo per la parte iniziale di MOBY-DICK, e ci sono anche fugaci riferimenti alla grande città, viva ma troppo caotica.


Herman Melville


Dal punto di vista personale, i rimandi al giovane signorino Julian – figlio di Hawthorne – e a Sophia, la moglie, denotano tenerezza, affetto e un rapporto d’amicizia, oltre ad evidenziare un giusto riconoscimento tributato da Melville alla controparte femminile della scena intellettuale americana dell’epoca.
Anche sotto forma epistolare, lo stile di scrittura di Melville è fiorito e ricco di riflessioni sull’esistenza e sul senso della letteratura, ed è strano leggere messaggi tanto complessi ed articolati ai giorni nostri, abituati come siamo agli SMS e ai messaggi vocali!

LETTERE A HAWTHORNE è una testimonianza interessante di un momento socio-culturale effervescente, ma è un testo che, nonostante sia arricchito dal testo originale a fronte, risente della sua incompletezza e resta adatto soprattutto agli accademici.

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