LA LETTRICE TESTARDA



Amy Witting, Garzanti

VOTO: 7.5

LA LETTRICE TESTARDA inizia in una pensione, in una località di villeggiatura del Queensland. Isobel ha nove anni. Vuole disperatamente l’approvazione di sua madre, una donna severa e distante e sente il desiderio di un padre, un uomo sfuggente che muore presto e senza fare rumore. Il rapporto con la sorella maggiore è appena rischiarato da alcuni lampi di complicità. Isobel è sola. Così cerca rifugio e risposta nei libri. Ed è come vivere dentro alle storie, anche se il piacere che prova nell’estraniarsi con quei nuovi amici di carta sembra in contraddizione coi precetti della messa domenicale. Va a scuola in un educandato cattolico, con la sensazione di venire “dalla parte sbagliata dei binari” (come diceva Lady Bird nel film di Greta Gerwing).
Isobel cresce e lo scenario cambia. Siamo negli anni Sessanta a Sydney.
A diciassette anni perde la madre ed è costretta a cercare un impiego come segretaria. nell’ufficio di una ditta di importazione di cristalli. Il capo le sta col fiato sul collo, ma ancora una volta lei si rifugia in un mondo suo immergendosi nella corrispondenza, immaginandosi di essere in Cecoslovacchia. L’illuminazione che l’aveva colta da bambina viene sostituita dal desiderio adolescenziale di un ragazzo al quale confidare i propri problemi.
Sempre grazie alla letteratura si avvicina a un gruppo di giovani riuniti in un circolo che ricorda il Tea Club of Barrovian Society, fondato da Tolkien.
L’aggancio per poter parlare con questi nuovi, affascinanti ragazzi è dato da Trollope, per cui Isobel ha una vera passione ma nel libro ci sono tantissimi riferimenti ad altri autori: Conan Doyle, Dostoevskij, George Eliot …
Conoscerli è per lei una ventata d’aria fresca dopo le chiacchiere inconcludenti, i pettegolezzi e l’aria tesa della pensione in cui alloggia nel quartiere di Glebe. Isobel infatti trascorre alcuni anni nella casa della signora Bowers – dove non ha veramente “una stanza tutta per sé” di woolfiana memoria.
Questa parte del racconto mi ha ricordato un po’ BROOKLYN di Colm Tóibín o la Trilogia delle Ragazze di Campagna di Edna O’Brien. È curioso come i due esempi che mi vengono in mente siano entrambi irlandesi, ma forse è perché ho ritrovato lo lo stesso tipo di straniamento di una ragazza catapultata, sola, nella grande città. Soprattutto per il “sapore femminile” della narrazione, forse il richiamo più calzante è la O’Brien, o forse ancora maglio sarebbe citare un’altra scrittrice australiana, Madeleine St. John dato che il suo LE SIGNORE IN NERO è ambientato a Sydney negli anni Cinquanta. Sia la St. John che la Witting descrivono il tessuto sociale cittadino in tutte le sue sfaccettature: in LE SIGNORE IN NERO una delle commesse del grande magazzino è dell’Europa dell’Est, mentre in LA LETTRICE TESTARDA una delle dattilografe è di origine gitana, e si parla anche dei fermenti comunisti (rievocando in qualche modo i due aiutanti di MISS FISHER, nella serie di gialli di Kerry Greenwood ) – a testimonianza della complessa stratificazione sociale urbana in Australia
Amy Witting tratteggia benissimo i sentimenti di una ragazza adolescente: il bisogno di essere apprezzata, la ricerca dell’amore e l’importanza dell’immaginazione, sentimenti che si trasformano ma restano intatti nella fase successiva della vita, e che trovano risoluzione solo nella lettura finché questa non sfocia in qualcosa di più personale.
Ci sono salti non indifferenti che lasciano un po’ perplesso il lettore per cui avrei preferito un libro più lungo, che accompagnasse meglio Isobel negli alti e bassi della sua esistenza quindi, per avere un quadro più completo, mi piacerebbe leggere il seguito di questo primo libro. I FOR ISOBEL (LA LETTRICE TESTARDA) – primo capitolo della storia – è del 1989 mentre il secondo ISOBEL ON THE WAY TO THE CORNER SHOP è stato pubblicato nel 1999.

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