THE GHOST BRIDE - LA SPOSA FANTASMA



Yangsze Choo, Harper & Collins Italia

VOTO: 8

Comunità cinese di Malacca (Malesia), 1893. Il padre di  Pan Li Lan era un mercante di spezie, ma il vaiolo lo ha sfigurato, costringendolo al ritiro. Così gli affari cominciano ad andare male. Per questo l’uomo pensa seriamente alla folle proposta della famiglia Lim: promettere in sposa la figlia all’erede Tian Ching… che però è morto! Sebbene non fosse una pratica usuale, era comunque possibile che un vivo si sposasse con un morto: di solito si trattava di due fidanzati che si erano amati invita o di una concubina che veniva elevata al rango di moglie dopo la morte. Era un’usanza tra i cinesi dello Stretto (Penang, Malacca e Singapore) mentre non era diffusa in Cina [queste e altre informazioni sono contenute nella Nota dell’Autrice alla fine del volume]

THE GHOST BRIDE inizia come un romanzo storico con interessantissimi accenni etnografici sulla comunità cinese di Malacca che, pur restando molto legata alla madrepatria – ad esempio facendosi arrivare i giornali dalla Cina – aveva assorbito anche alcuni usi autoctoni, come il cibo e i vestiti. Tuttavia il libro prende una piega decisamente fantastica quando lo spirito di Li Lan si stacca dal suo corpo e vaga nel regno dei fantasmi, entrando in un complesso sistema di tradizioni e credenze che mescola la burocrazia alle leggende taoiste, allo schema delle reincarnazioni. Nel tentativo di dare una coerenza a un insieme che potrebbe apparire stratificato e contraddittorio, Yangsze Choo inventa alcuni anelli di congiunzione come le Pianure della Morte, un luogo in cui i defunti possono restare per un certo tempo a godere delle offerte fatte per loro da chi rimane sulla Terra. I doni che si bruciano per gli estinti sono sempre simulacri molto eterogenei: case di carta dove poter soggiornare, cavalli e ovviamente … soldi.
Nonostante Tian Ching nell’aldilà disponga di una grande ricchezza, non si sa perché non sia ancora passato per il giudizio delle Corti, e si sospetta che abbia corrotto uno dei Nove Giudici; motivo per cui Er Lang, un basso funzionario addetto alle missioni sul campo, viene mandato a indagare. Ma chi è veramente Er Lang? Ed è vero che Tian Ching è stato assassinato? Se sì, è stato suo cugino Tian Bai, promesso sposo di Li Lan (anche se i rapporti tra i due giovani cambiano a causa della mutata posizione di Tian Bai nella famiglia).
Il viaggio di Li Lan nelle Pianure delle Morte è davvero speciale e ci fa conoscere un mondo magico di credenze e rituali. La ragazza incontrerà un cast di personaggi indimenticabili come ad esempio lo spirito di Fan, una donna che tenta di ritardare il proprio giudizio per restare accanto all’innamorato, che è ancora vivo ed è precocemente invecchiato, o lo stesso Er Lang, che forse il più bello e magico di tutti.

Da THE GHOST BRIDE è stata tratta anche una serie originale Netflix che è carina ma profondamente diversa dal libro. Praticamente restano inalterati solo alcuni tratti dei personaggi principali (ad eccezione del padre di Li Lan: nella serie non si accenna al vaiolo né alla sua dipendenza dall’oppio). In entrambe le versioni, il mio personaggio preferito resta Er Lang: molto divertente nella serie, ironico e seducente nel libro – nella serie per ora non si fa cenno alla sua vera natura.
Anche se viene reso in maniera diversa, Tian Ching ha sempre gli stessi tratti caratteriali (ma NON fisici – nel libro è piuttosto grasso e bruttino mentre nella serie è interpretato dal bel Kuang Tian): spocchioso e arrogante nasconde però una fragilità che deriva dalla rivalità con il cugino per l’affetto del proprio padre. Forte di questa tracotanza il fantasma di Tian Ching comincia a perseguitare Li Lan nei sogni.
Il libro mi è piaciuto molto perché la scrittura di Yangsze Choo è molto scorrevole; la storia è appassionante e avventurosa e fa scoprire una fetta di mondo esotico davvero intrigante e complesso. La serie non è male anche se è un po’ finta, come un live action o come un film a tema soprannaturale (sto pensando a STORIA DI FANTASMI CINESI) ma mi è piaciuto molto che i personaggi non fossero completamente bianchi o completamente neri, ma che venissero caratterizzati nelle loro sfumature col procedere della storia.
Non voglio addentrarmi nelle sottotrame, che sono molto diverse da una versione all’altra. Nella maggior parte dei casi il libro plasma meglio i personaggi attraverso excursus nel passato che sono assenti nella serie; l’unica eccezione è Isabel la ragazza euroasiatica che nella serie ha un ruolo chiave mentre nel libro resta molto marginale.
Sia nella serie che nel romanzo il punto forte è la costruzione di un mondo, anzi di due mondi che si intersecano: la Malacca di fine Ottocento con i suoi palazzi, le piazze, le feste e le persone; e l’ambiente cupo e fittizio delle Pianure della Morte.

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