L'ISTITUTO




Stephen King, Sperling & Kupfer

VOTO:8.5 

Ne L’ISTITUTO, Stephen King torna su temi a lui cari: i poteri mentali e le cospirazioni; infatti si parla di una misteriosa organizzazione, forse addentellata al governo, che rapisce ragazzini con poteri psichici particolari (telecinesi o telepatia) per usarli come “droni psichici” contro misteriosi obiettivi.
Il protagonista è Luke Ellis, un ragazzo di dodici anni che viene portato nell’Istituto (che naturalmente si trova in Maine!) e fa amicizia con gli altri residenti della cosiddetta Prima Casa: Nicky, George, Helen, Kalisha e soprattutto Avery - un bambino dalle capacità telepatiche potenti.  E l'amicizia è uno degli aspetti che più hanno peso nel romanzo. Insieme ordiranno un piano per distruggere l’istituzione, il che è interessante: i giovani che uniti spazzano via il vecchio sistema, ormai decrepito.
Dall’altra parte del Paese, in un paesino del South Carolina, incontreremo Tim – la guardia notturna – i suoi colleghi della polizia di Du Pray e un intero mondo di personaggi indimenticabili come Drummer e la senzatetto Annie, tutti testimoni di un piccolo mondo che sta scomparendo. Come aveva fatto con Derry – la cittadina in cui è ambientato IT – King crea un universo di voci, scenari e volti.
È molto divertente tentare di cogliere tutti gli Easter egg (le autocitazioni) presenti nel romanzo. Io ci sono riuscita solo in parte, perché avrò letto una frazione infinitesimale della sconfinata bibliografia di King, ma ho notato i riferimenti a “le due gemelline di un vecchio film horror” (SHINING) o a Salem’s Lot (la città di LE NOTTI DI SALEM). Il libro è comunque costellato di citazioni, alcune chiare e dirette – come per esempio ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE o LA CASA DEI BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE – altre più difficili da capire, perché troppo legate alla cultura mediatica statunitense; altre ancora solo accennate e casuali (c’è una relazione diretta tra Kalisha e Abra Stone – la bambina di DOCTOR SLEEP?)
Lo stile di scrittura è come sempre molto cinematografico, sia nella descrizione delle scene d’azione sia nella caratterizzazione dei personaggi. Il mio preferito in assoluto è Nick Wilhom, un ribelle affascinante che non si piega e non si rassegna alle vessazioni che i ragazzi subiscono all’Istituto. Anche gli adulti che fanno parte del personale della struttura sono ben tratteggiati: freddi, spietati, spesso paragonati ai nazisti; ma in fondo convinti (almeno in parte) della bontà della loro causa: “Non è meglio essere al sicuro che doversi pentire di non aver agito?” dice alla fine Mr. Smith, il misterioso Uomo con la Zeppola. Il dilemma morale su cosa sia giusto fare nel nome di una pretesa sicurezza è uno dei punti più interessanti del libro.
l'inventiva di King è sempre sorprendente: alcuni temi possono ripetersi da un libro all’altro (ma a chi non capita?), ma la costruzione degli eventi è ogni volta diversa, brillante ed originale, anche se ammetto che ogni tanto ci sono un pochino di sbavature. Qui, soprattutto nel finale, il tutto diventa troppo troppo inverosimile, anche all’interno di un patto narrativo molto ampio che – lo ammetto – in certi punti finisce per scricchiolare un po’.
Non mi ha convinto molto la copertina con il vagone ferroviario, ma forse vuole rappresentare il senso di smarrimento dei ragazzini rapiti che si risvegliano in camere che sembrano le loro ma non lo sono, e che si trovano in un luogo spaventoso a chilometri da casa. I colori del disegno sono comunque molto belli.

L’ISTITUTO parte di un progetto di lettura sulle strutture di reclusione per bambini speciali, che dovrebbe fare fa corollario alla recensione di UNA LETTERA DA NORMAN, light novel del manga THE PROMISED NEVERLAND di Kaiu Shirai. Il progetto comprenderebbe anche

NON LASCIARMI di Kazuo Ishiguro
SOTTO LA PELLE di Michel Faber
e, se riuscirò a procurarmeli e ne avrò il tempo, i libri del ciclo di MISS PEREGRINE di Ransom Riggs (ma i sono cinque!)

Commenti

Post popolari in questo blog

CHE GUEVARA AVEVA UN GALLO

I GERANI DI BARCELLONA

TERRE SENZA DIO