REDENZIONE



Smith Henderson, Einaudi
VOTO: 8.5

Pete è un assistente sociale più incasinato dei suoi assistiti. La sua ex moglie ha lasciato il Montana per trasferirsi in Texas con la figlia quattordicenne, Ruth (anche se preferisce farsi chiamare Rose: “Rose Snow” rievoca la Biancaneve dissanguata di Benjamin Lacombe, come se fosse un personaggio inventato)
La moglie, Beth, si dà ai festini e Ruth scappa.
Da quel momento Pete fa migliaia di chilometri per ritrovarla: Indiana, Seattle …
In tutto questo ci sono due particolari casi che Pete segue: quello di Cecil – un ragazzo che ha seri problemi con la madre – e i Pearl. Jeremiah e suo figlio Ben vivono nei boschi del Montana, lontani dalla TV e dai giocattoli – che sono repliche che veicolano Satana – e lontano dal denaro. Solo alla fine si scoprirà che fine ha fatto il resto della famiglia di Pearl, che nel frattempo finisce braccato dall’F.B.I. e in piena paranoia da Assedio di Ruby Rigde.
Le descrizioni paesaggistiche – del Montana sopratutto (freddo e foreste), ma anche della piovosissima Seattle – sono perle faulkneriane mentre i personaggi sono vivi e vividi. Vediamo Ruth scendere in una spirale alla ricerca di un po’ di calore umano, sentiamo i battiti del cuore del piccolo Ben, empatizziamo con Jeremiah (avrà poi tanto torto ad essere paranoico? “Just because you are paranoid / Don’t mean they aren’t after you” cantava Kurt Cobain, per cui ….); fino alla terribile scena che ci svela dove sono gli altri figli di Pearl.
E Ruth? Ci sono pagine scritte in corsivo che seguono in parallelo la sua storia narrata in seconda persona (con un espediente intrigante, funzionale e riuscito), ma non abbiamo un finale. L’autore dice: “Non vorrai mica tutte le risposte, no?” e ci lascia così, in sospeso. REDENZIONE è un libro stupendo sulla genitorialità. Pete si chiede perché non è riuscito a salvare sua figlia, anche se il suo lavoro è proprio proteggere i bambini. Certo, i suoi metodi non sono ortodossi, ma si prende a cuore i suoi casi.
Non è ben chiaro di chi sia la “redenzione”, anche perché non è il titolo originale: si tratta di Pete, che si dedica ai suoi assistiti sublimando il dolore per Ruth, o di Pearl? La scrittura non è semplice, non è lineare ma, se si riesce a entrare nel flusso ci si imbatte in pagine di pura bellezza letteraria.

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