RICETTE SEMPLICI




Madeleine Thien, 66thand2nd

VOTO: 8 al 9

RICETTE SEMPLICI è un libro sulla genitorialità. I sette racconti hanno come filo conduttore proprio la responsabilità di essere genitori e le diverse declinazioni della relazione coi figli. Partendo dall’esperienza personale dell’autrice – canadese di origine sino-malese per parte di padre e cinese di Hong Kong per parte di madre  – si parla anche del gap doloroso che si crea tra la prima e la seconda generazione di migranti, in primo luogo dal punto di vista linguistico, ma anche per l’aspetto culturale in senso lato. Dall’amalgama culturale diversi nasce qualcosa di nuovo, un’Alchimia.
I ricordi sono uno strato importantissimo della composizione: in La Casa, le due sorelle tornano a guardare la casa dove hanno vissuto da bambine; in Mappa della Città il padre, frustrato negli affari (i mobilifici a conduzione famigliare non vanno più, schiacciati dalle grandi catene), ripensa continuamente e con rimpianto alla sua patria abbandonata: Irian Jaya. La scelta di questo luogo da parte di Madeleine Thien non è casuale: Irian Jaya è quella parte dell’Indonesia che si trova geograficamente sull’isola di Papua, un territorio diviso a metà da un confine artificiale e da una sanguinosa diatriba che ricalca in qualche modo il vissuto dell'autrice che, nel Canada anglofono, si ritrova ad avere una vertiginosa sequenza di trattini a descrivere le sue origini, con una patria materna (Hong Kong) che si ritrova politicamente in bilico.

Vancouver

Messaggio e Tre Giorni i Oregon affrontano il tema delle relazioni disfunzionali, matrimoni che si sfaldano, bisogno di libertà. Ancora una volta l’argomento centrale è la ricerca di un nuovo orizzonte. Non so se in Canada ci sia mai stato il mito della wilderness ma, vista la vastità degli spazi, è naturale pensare di sì. Ecco, in questi racconti, i protagonisti sono alla costante ricerca di qualcosa e si spostano per ottenerla: sono movimenti ampi (il lungo viaggio in Oregon in macchina) o piccoli (la protagonista di Mappa della Città ha lasciato il quartiere di Vancouver in cui è cresciuta e vi torna raramente). Allo stesso modo le ferite sono minime ma lasciano segni persistenti: in Alchimia, i conigli in gabbia sono simboli potenti, almeno quanto i “conejitos” del BESTIARIO di Cortázar, incarnazione del dolore e della solitudine dell’Uomo .
Il punto di vista è sempre femminile e quasi sempre giovanile: Madeleine Thien ha 45 anni ma parla mirabilmente dell’adolescenza, dei suoi problemi e di quel terribile senso di vuoto che ti assale allo stomaco quando ti sembra di non trovare il tuo posto.

Madeleine Thien

Sulla quarta di copertina è riportato un elogio della connazionale Premio Nobel Alice Munro ma ad essere sincera io ho amato molto di più questi semplici racconti della Thien di quanto non apprezzi la Munro. Dirò forse un’eresia ma ho letto un solo libro della Munro e non l’ho nemmeno finito: trovo la sua scrittura piatta e sciatta mentre percepisco in RICETTE la precisione della ricerca linguistica, con risultati armoniosi e quasi lirici ma mai pretenziosi. Per questo devo fare una menzione di merito alle traduttrici Maria Baiocchi e Anna Tagliavini che hanno saputo mantenere lo scorrere naturale della prosa.
Infine vorrei spendere una parola positiva anche per le edizioni di 66thand2nd, che sono sempre curatissime, dal progetto grafico di copertina all'impaginazione con i numeri segnati a coppie solo sulla pagina di destra.

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