LE VERITÀ



Hirokazu Kore'eda

Un bel film, un pugno col guanto di velluto
La storia di un complicato rapporto madre / figlia, quando la madre è assorbita al 100% dalla carriera. E se la carriera è quella di attrice le funzioni e gli inganni si moltiplicano in un gioco di specchi. L'anziana attrice Fabienne interpreta un nuovo film, nel tentativo di tornare in auge e recita il ruolo di figlia di una fantascientifica madre che non invecchia e che appare di un bel po' più giovane di lei. Dov'è il confine? Qual è il ruolo e quale la vita vera? E chi era la sua amica / rivale Sarah?

Le attrici protagoniste, Cartherine Deneuve e Juliette Binoche sono vere signore dello schermo che reggono benissimo un dramma a due, ma ho apprezzato anche la bambina (Clémentine Grenier) e il marito di Lumir (ovvero la figlia: Juliette Binoche) interpretato da Ethan Hawke. Certo, il classico attore in crisi, di poco successo, che si attacca alla bottiglia; ma il personaggio (e di conseguenza l'attore) passa con scioltezza bipolare da momenti di tensione a momenti divertenti.
Il cammeo carino e stralunato di Pierre (padre di Lumir e interpretato dall'attore belga Roger Van Hool) ci porta a un aspetto del film che forse io non ho saputo cogliere, cioè le citazioni dal CINEMA FRANCESE. Van Hool ha lavorato con Truffaut e mi pare di aver riconoscere un richiamo a BELLA DI GIORNO, film di Bunuel che rese celebre bla Deneuve negli anni Sessanta. E poi le acconciature del meta-film di fantascienza girato da Fabienne, che sono un chiaro omaggio a STAR WARS e alla Principessa Leila

Nonostante gli attori, tutti occidentali, ho visto qualcosa del gusto giapponese nella rappresentazione delle stagioni parigine.

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