CARA ZIA AGATHA
Beatriz
Martín Vidal, Orecchio
Acerbo Editore
VOTO:
9
Siamo
nell’Inghilterra vittoriana.
Tre
sorelle – Alice, Emma e Louise – passano alcuni giorni di
un’incerta primavera nella casa di campagna e così Louise, la più
grandicella della tre, decide di scrivere una lettera alla zia Agatha
per raccontarle gli eventi di quelle giornate tranquille: Alice, a
causa di un raffreddore di stagione, sviluppa una nuova acconciatura
fatta di fiori che ricorda la “Donna con testa di fiori” di Dalí;
Emma
è talmente presa dalla lettura che fluttua a mezz’aria;
Nella
serra si verifica un’infestazione di arpie, figlie dell’iconografia
folclorica russa più che della mitologia greca (penso soprattutto al
dipinto “Senza Titolo” di Andrey Shishkin dove due bambini
sembrano ascoltare un’arpia appollaiata su un albero in giardino).
Cromaticamente, l’immagine del rapace Sua Maestà Anthea V.
richiama il silent book PÁJARO (“Uccello”) della stessa Beatriz Martín
Vidal, tutto giocato sul grigio / oro, mentre per la composizione sia
l’episodio di Alice che quello di Emma riportano alla mente le foto
di Francesca Woodman;
E
poi ci sono altri momenti emozionanti che non voglio descrivervi per
non rovinarvi il piacere. Dirò solo che ho ritrovato qui le
sensazione e le suggestioni di E L’OCEANO ERA IL NOSTRO CIELO
di Patrick Ness e Rovina Cai.
Le
atmosfere sono un po’ cupe, ma oniriche e liriche, vicine a quelle
“Sei cose impossibili prima di colazione” suggerite come
toccasana da Lewis Carroll. E infatti, secondo me il nome “Alice”
e l’aspetto della bambina più piccola sono volutamente evocativi;
almeno quanto il nome “Emma” e e le fattezze della bambina
mediana (se il nome potrebbe essere un richiamo a Jane Austen, il
caschetto di capelli scuri è di nuovo una rievocazione di Alice
Liddell. E Louise? Forse – ma questo è un mio azzardo – è un
riferimento a un’altra grande autrice: Louise May Alcott, nata
anche lei in Epoca Vittoriana, anche se sotto una diversa bandiera.
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Andrey Shishkin, No Titled |
Beatriz
Martín Vidal è una
specialista dell’illustrazione che conosce il “potere narrativo
dell’immagine” (come lei stessa lo ha definito in un’intervista
alla Revista Baber de Literatura Infantil y Juvenil) e sa
emozionare senza parole. In CARA ZIA AGATHA ha aggiunto un
piccolo testo in forma epistolare, che qualche volta prende anche una
struttura visiva propria. Sono frasi lievi che, con serietà
infantile, raccontano lo straordinario.
Un
libro splendido, che si inscrive perfettamente nella scuola della
nuova illustrazione spagnola di cui fanno parte autori come Roger
Olmos col suo splendido COSIMO, un libro ispirato al BARONE
RAMPANTE di Italo Calvino.
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