PETALI - E ALTRI RACCONTI SCOMODI


Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera


VOTO: 9

Guadalupe Nettel fa parte di un movimento denominato Rinascimento Messicano e che ha come protagoniste le scrittrici. Accanto a lei troviamo autrici validissime come Valeria Luiselli e Laia Jufresa.
Queste donne hanno voci davvero peculiari che raccontano con forza incisiva il momento; e forse i libri della Nettel sono quelli in cui questa caratteristica è più evidente. Innanzitutto siamo di fronte a racconti brevi, incisivi per loro natura; in più quelle di PETALI sono storie davvero inconsuete, che rimangono in testa e ti catturano sulla pagina, fotografando le nostre manie attraverso la tecnica dell’esasperazione del dettaglio.
In qualche modo, è sempre la stranezza patologica che torna in questi sei racconti.

  1. PTOSI parla di un ragazzo, un giovane fotografo che si innamora di una donna con una palpebra più bassa della norma, e lui la ama proprio per questa sua particolarità.
  2. TRANSPERSIANA parla di una donna che spia il suo vicino dalla finestra e così assiste a qualcosa di imbarazzante
  3. BONSAI è forse il racconto che mi ha colpita di più, e non solo per il fatto che si svolge in Giappone. Parla di un uomo che, visitando una serra, comincia a sentire una certa affinità coi cactus, ma purtroppo capisce che sua moglie è simile a un altro tipo di pianta a lui incompatibile. La storia mi ha ricordato diversi altri libri che avrei voluto leggere come corollario ma, per vari motivi, non ho potuto: LA FORMA DELL’ACQUA di Guillermo del Toro e MRS. CALIBAN di Rachel Ingalls. Un altro possibile collegamento è il video musicale degli Hooverphonic MAD ABOUT YOU in cui una donna convive e ama un enorme vegetale.
  4. Il racconto che secondo me mostra al meglio le capacità descrittive dell’autrice è OLTRE IL MOLO. Si svolge su un’isoletta in Messico che ricorda molto L’ISOLA DI ARTURO. La protagonista è una ragazzina nella prima adolescenza che parte con gli zii alla ricerca della Vera Solitudine. Non la trova perché conosce Michelle, una ragazza che vive in una grande villa sulla collina. Il paesaggio dell’isola è evocativo e le metafore non sono mai banali (“Accanto ai suoi piedi scalzi c’era una grossa valigia che mi parve definitiva come un’ancora”; “[…] Era quasi sera e il sole era una compressa sbiadita di vitamina C che si scioglieva nell’acqua”). PETALI - E ALTRI RACCONTI SCOMODI non parla solo del Messico, ma spazia fino a Parigi e – come ho già detto – perfino il Giappone, perché le piccole psicosi che ci presenta sono universali e l’autrice è bravissima a rendere queste atmosfere variamente cosmopolite: parlando della Francia, l’aura che si respira nel racconto (PTOSI) è autenticamente francese; parlando del Giappone ci si sente veramente a Tokyo … La figura di Michelle mi ha ricordato moltissimo Marnie, dello stupendo film anime QUANDO C’ERA MARNIE di Hiromasa Yonebayashi
  5. PETALI è forse il racconto più stano di tutti. Parla di un annusatore di gabinetti (avete capito bene!) che si innamora di un’idea di donna che si è fatto scoprendo una sera delle tracce in un bagno. Il cuore del racconto non è tanto l’argomento un po’ scatologico, ma proprio l’amore come costruzione dell’immaginazione. l’ammirazione che nasce dall’inventare una storia per una sconosciuta, come avveniva in CITY di Baricco.
  6. L’ultimo racconto è BEZOAR. Ora, il bezoario è un corpo estraneo presente nel tratto digerente di alcuni ruminanti, ma anche dell’Uomo. In alcune culture, questi corpi – fossilizzati – venivano ritenuti amuleti in grado di guarire dalle malattie. È una storia dal sapore vittoriano, in cui la protagonista scrive un diario per il suo terapeuta in una clinica. La donna è affetta da tricotillomania, cioè il bisogno di strapparsi i capelli. La situazione esplode quando lei intraprende una relazione con un ragazzo che si scrocchia le dita compulsivamente …

In genere ho un rapporto di odio / amore con le raccolte di racconti: mi piacciono perché sono perfette quando vuoi riempire i momenti di vuoto; ma mi lasciano un senso di frustrazione perché la storia finisce quando comincio a empatizzare coi personaggi e io devo ricominciare tutto da capo. Nel caso di PETALI – E ALTRI RACCONTI SCOMODI se è vero che le storie sono interessanti e ben scritte, ogni racconto è perfetto in sé, un circolo conchiuso in cui i protagonisti – che, ripeto, meriterebbero ciascuno un romanzo a parte – sono strutturati in modo magistrale e davvero ricchi, nonostante le poche pagine.

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