NEVERNIGHT – MAI DIMENTICARE




(LIBRO PRIMO DEGLI ACCADIMENTI DI ILLUMINOTTE

Jay Kristoff, Modadori

VOTO: 10

Raramente un libro ha avuto tanta pubblicità e un hype così alto, ma NEVERNIGHT vale davvero tanto?
Oh accidenti: Sì!!!
Ho appena finito di leggere il primo volume della trilogia che è uscita tutta insieme il 3 settembre (2019) e sono rimasta spiazzata, conquistata, sconvolta!
Allora, procediamo con ordine. Un piccolo accenno di trama senza spoiler:
Ci troviamo nella Repubblica di Itreya e la giovane Mia Corvere è una nobile ma suo padre viene accusato di alto tradimento e giustiziato, mentre sua madre e il suo fratellino ancora in fasce vengono sbattuti in una buia segreta. Sola e senza meta, Mia si mette a vagare per i vicoli della capitale Godsgrave e qui incontra una creatura fatta di buio – un umbragatto – che letteralmente beve la sua paura. Di nuovo forte, Mia raggiunge un negozio di chincaglierie dove conosce Mercurio, un vecchio che la addestra nell’arte dell’assassinio e la prepara a entrare nella Chiesa Rossa di Niah, Nostra Signora dell’omicidio benedetto. Solo diventando una delle migliori killer del Paese, Mia ha speranza di potersi vendicare delle persone che hanno distrutto la sua famiglia. …. E cosi inizia il periodo di Mia all’Accademia, tra lezioni, prove; morte e amore.
Una fanart di Mia Corver con Messer Cortese


Parliamo della penna di Jay Kristoff: lo scrittore australiano è assolutamente magistrale! Prendiamo la prima scena: Mia deve commettere il suo primo omicidio per provare di essere degna di entrare nell’Accademia. La scena di morte è posta in parallelo diretto con una scena di sesso, utilizzando le stesse parole per descrivere l’omicidio e l’amplesso. E poi ci sono capitoli, bellissimi, vorticanti e sconvolgenti come quello ambientato nella biblioteca (chiamata Ateneo) e quello dedicato alla prigione detta la Pietra Filosofale.
Poi c’è un world building incredibile: gli elementi usati non sono forse tutto originali (nel senso di “mai sentiti prima”). I rimandi di fondo al mondo dell’antica Roma sono chiarissimi, soprattutto nella terminologia. Ad esempio i nobili vengono chiamati “Mea Domina” e “Meus Dominus”, si parla di senatori, consoli ecc…. Ma il tutto è mescolato in un modo sincretico nuovo ed emozionante e il mondo di Itreya – composto da varie Nazioni/ regioni che sono state unificate – è descritto benissimo nei minimi dettagli con un uno stile preciso ma non pedante, anzi direi ironico (se si ha un po’ di pelo sullo stomaco). E persino la cosmogonia è particolareggiata e complessa e Kristoff si spinge a utilizzare un diverso stile di scrittura per identificare gli abitanti delle varie zone, proponendo anche stralci di lingue immaginarie e aneddoti etnografici su ciascuna popolazione. Per quanto riguarda le creature d’ombra, la particolarità è tipografica e secondo me molto efficace: le battute del non-gatto Messer Cortese (Mr. Kindly in inglese) sono scritte in corsivo e senza maiuscole, mentre quelle della umbralupa Eclissi sono scritte tutte in maiuscolo.
Se l’invenzione astronomica del giorno perenne dato dai tre soli che si alternano in cielo (o a volte sono presenti contemporaneamente) e tramontano davvero solo ogni due anni e mezzo (nel periodo del “verobuio”) non è molto originale è perché ci sono delle restrizioni sulle possibilità fisiche dell’astronomia, e anzi il tutto è spiegato in modo sempre molto preciso e credibile e alcune atmosfere, soprattutto durante il viaggio nel deserto, ricordano DUNEdi Frank Herbert.
I rimandi letterari celati sono piuttosto alti: intanto in Tric, un giovane dal volto malamente tatuato ho riconosciuto Queequeg, il polinesiano di MOBY-DICK ma, dato che ovviamente nasce un amore tra Mia e Tric, proviamo a vedere Ishmael nella nostra giovane protagonista. Al momento presente, quando va all’Accademia, Mia ha 16 anni, anche se sembra più adulta (a volte persino troppo) e sono molto belli i flashback verso il passato, sia di Mia che di altri personaggi.
 Innanzitutto, non sappiamo se Ishmael sia il vero nome del personaggio di Melville perché il famosissimo incipit recita “Chiamatemi Ismaele” ponendo l’Ismaele biblico come simbolo archetipico di colui che viene abbandonato, il reietto che però si rialza dalla polvere, colui che conserva memoria del passato e attraversa il deserto. Allo stesso modo il simbolo della casata di Mia è un corvo: esso è sì legato metaforicamente alla morte, ma è anche segno di forza e rinnovamento oltre al fatto che Odino aveva come messaggeri due corvi chiamati Memoria e Pensiero. E infatti il motto di NEVERNIGHT che Mia ripete sempre è “Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. Mai dimenticare”
Per quanto la traduzione italiana sia davvero encomiabile, io preferisco questa frase nell’originale inglese per il suono dell'allitterazione e perché i verbi sono parole uniche: “Never flinch. Never fear. Never forget”
Poi c’è un altro riferimento letterario piuttosto forte, anche se sovvertito ed estremizzato: nella Chiesa Rossa c’è una Tessitrice, capace di qualsiasi miglioria sul corpo umano ma, più lei usa il suo potere sugli altri, più il suo volto si deturpa in una sorta di RITRATTO DI DORIAN GRAY vivente e orribile. A questo punto serve una precisazione: NEVERNIGHT non è un libro per tutti. Kristoff non ci risparmia niente per quanto riguarda sangue, budella sparse e altre amenità! (c’è anche un giallo, la cui soluzione lascia stupiti e senza fiato)
Per quanto riguarda l’Accademia della Chiesa Rossa, lo stesso Jay Kristoff l'ha
 definita una Hogwarts per aspiranti assassini, ma io non ho letto HARRY POTTER (sì, sono una delle poche sul Pianeta!) e quindi non posso fare il paragone, mentre ho trovato assonanze con la scuola per ladri della serie animata CARMEN SANDIEGO.
La traduzione, dicevo. Io l’ho trovata davvero ottima, anche quando si è presa qualche libertà come “illuminotte” al posto di “nevernight”(che letteralmente sarebbe stato “mainotte” da cui la traduzione spagnola fedele “NUNCANOCHE”) ma, se nello spagnolo si mantiene il gusto per l'allitterazione, nell’italiano si perde in qualunque caso e allora tanto vale ricercare una soluzione poetica.
Veniamo infine all’edizione Mondadori che è spettacolare! Le copertine sono bellissime e uguali a quelle dell’edizione U.K,, le pagine hanno il filo colorato di rosso, blu e giallo ispirandosi ai tre soli di Itreya e a Mondrian, l’interno è
curatissimo: ci sono le mappe della Repubblica e della città di Godsgrave oltre a una mappa finale sulla quale non posso rivelare nulla e nella sovra-copertina è riproposta la cartina di Itreya a colori. Inoltre sul dorso e rigido del libro è impressa nero su nero la silhouette della figura di copertina e le primissime pagine sono completamente colorate in blu/rosso/giallo lievemente marmorizzato: un vero book porn!

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