DEAD TO ME




VOTO: 10
DISPONIBILE: Netflix

È giunto il momento di parlarvi di una nuova serie originale Netflix. Un vero capolavoro: DEAD TO ME. Non è solo una mia impressione. La serie ha avuto un indice di gradimento dell’87% su Rotten Tomatoes, un sito di critica abbastanza severo.
Per ora è uscita solo una stagione, ma l’ho trovata un prodotto davvero interessante e coinvolgente.
Non posso dire molto della trama perché ogni episodio contiene una nuova rivelazione e qualsiasi accenno sarebbe uno spoiler, ma darò solo qualche piccola informazione.

Jen (Christina Applegate) e Judy (Linda Cardell) si conoscono a un gruppo di sostegno per l’elaborazione del lutto e diventano amiche. La prima ha perso il marito, ucciso da un pirata della strada; la seconda dice che il suo fidanzato è morto di un infarto, ma in realtà nasconde molti segreti.

Ho attraversato una fase negativa per quanto riguarda le serie di Netflix: per due volte ho iniziato qualcosa di nuovo per abbandonarlo dopo appena due minuti di visione. Stavolta sono rimasta piacevolmente stupita e ho divorato DEAD TO ME quasi a livello di binge watching, facilitata anche dagli episodi brevi.
In questa serie nulla è come sembra (il titolo è un chiaro richiamo a LIE TO ME), tutti hanno delle colpe e delle debolezze, il che ci porta a riflettere sul tema della moralità delle nostre scelte e sul valore del femminismo nella società contemporanea, e mette in luce alcuni punti di contatto con serie come LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO (HOW TO GET AWAY WITH MURDER)
Innanzi tutto la domanda è-. chi era Ted, il marito di Jen? Era solo un musicista di scarso successo?
È giusto idealizzare i nostri cari che ci hanno lasciato? È davvero toccante la cerimonia dei palloncini, con cui la famiglia commemora il cinquantesimo compleanno di Ted. La scena mi ha ricordato la “cerimonia funebre” organizzata da Watanabe e Reiko in NORWEGIAN WOOD [mi riferisco al romanzo di Murakami, di cui conservo un ricordo abbastanza vivido per averlo letto qualcosa come quattro volte, ma anche la trasposizione cinematografica del regista franco-vietnamita Tran Anh Hung è stupenda e molto elegante]

Il primo elemento che mi ha convinto fin dall’inizio nella serie è l’età delle protagoniste. Non sono le classiche giovani belle e bionde americane, ma donne sulla quarantina che hanno passato esperienze di vita vera. Certo ,Jen è una bella donna, ma è lontana da quel tipico atteggiamento da SEX & THE CITY. A incarnare i problemi dell'adolescenza c’è Charlie, il figlio maggiore di Jen, uno dei miei personaggi preferiti, che risponde al dolore per la perdita del padre con una corazza di apparente menefreghismo. Henry, il figlio minore, è un angioletto tenerissimo con la passione per il canto e per il ballo, ma anche lui deve sfogare la sua rabbia.

È davvero interessante il mondo dei gruppi d’ascolto, che sembrano proliferare negli Stati Uniti. Ovviamente, il fatto che Judy menta per partecipare agli incontri inizialmente mi ha fatto pensare a Marla Singer di FIGHT CLUB ma si scoprirà che le cose stanno molto diversamente.

Al momento sono usciti solo 10 episodi ma spero che la seconda stagione venga rilasciata presto perché la prima finisce con un colpo di scena allucinante che lascia proprio col fiato sospeso! [la serie è stata rinnovata e, se le cose andranno come previsto la seconda stagione dovrebbe uscire per la primavera / estate 2020]

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