STELLA STREET
Elizabeth
Honey, Salani
STELLA STREET 45 E 47 E
TUTTO QUELLO CHE CI È SUCCESSO
VOTO:
7
Nella
casa della defunta signorina Lillie va ad abitare una nuova famiglia e la
villetta nella periferia residenziale di Melbourne, una volta accogliente
rifugio per i bambini del vicinato, si trasforma in una villa hollywoodiana
linda e inavvicinabile. I nuovi
inquilini sono altezzosi e insopportabili, tanto che i ragazzini presto li
soprannominano “I Finti”; ma forse dietro la loro inspiegabile, esagerata
ricchezza si nasconde qualcosa di losco …
STELLA STREET 45 E 47 è una storia particolare, piena di personaggi
bizzarri, narrata dalla piccola protagonista
aspirante scrittrice, Henni Octon.
L’originalità
della trama e lo stile fresco mi hanno fatto pensare a una Bianca Pitzorno
antipodiana – non a caso Elizabeth Honey è considerata la più importante
autrice per ragazzi australiana. Tuttavia, ci sono troppi interrogativi che rimangono
in sospeso e troppi filoni narrativi che vengono solo abbozzati, come se si
fosse ceduto alla primaria necessità di produrre un libro breve.
Alcune
cose fanno un po’ sorridere oggi perché la storia è stata scritta negli anni
Novanta, quando ancora internet e i cellulari non erano molto diffusi ed
esistevano le videocassette. È stato bello leggere di una bambina con la
passione per le biblioteche, specie adesso che apprendiamo da dati ISTAT che il
30% dei giovani non legge e addirittura il 70% sono analfabeti di ritorno.
Tra
i personaggi, il più divertente è la cagnetta Briquette, coi suoi appetiti
smodati (mi chiedo se la menzione del “pranzo di Briquette” c’entri qualcosa
col racconto IL PRANZO DI BABETTE di
Karen Blixen. Ho comprato la raccolta della scrittrice danese, intenzionata a
leggere quella storia per fare un commento appropriato, ma in fondo credo che
non ci sia una vera relazione …)
STELLA STREET NELLA
SELVA E TUTTO QUELLO CHE CI È SUCCESSO
VOTO:
8.5
Il
seguito delle avventure della banda di Stella Street è nettamente migliore del
primo libro, innanzitutto perché è decisamente, fortemente australiano. La “selva”
del titolo (che comunque nell’edizione italiana non è fedele all’originale “Fiddle-back – When Stella Street went bush”,
cioè “Fondo di Violino”)sarebbe in realtà il bush! I nostri protagonisti, infatti, patono tutti insieme per un
campeggio nella zona selvaggia e qui s’imbattono in un tagliatore abusivo di
legname (l’autrice ci spiega che la mangrovia australiana è chiamata in gergo “fondo
di violino” proprio perché con il suo legno pregiato si costruivano gli
strumenti.
In
questo libro, i personaggi sono sviluppati meglio, c’è più azione e facciamo la
conoscenza di Clay detto Peso, uno dei ragazzi assistiti da Donna al centro d’aiuto
(questa sottotrama mi ha ricordato una vecchia serie che io ho apprezzato
moltissimo ai tempi: IL GIUDICE AMY)
che pur di star vicino alla sua benefattrice, vive allo stato selvaggio per
giorni, foraggiato dagli altri ragazzin, come un novello Thoreau.
E
incontriamo anche il Vecchio Jim, una sorta di eremita che si rivela – come sempre
accade in questi casi – burbero ma simpatico e che sarà risolutivo nella
soluzione finale.
Un’unica
nota negativa (ma probabilmente il disagio deriva da una sensibilità tutta mia):
la descrizione del parto di Donna è fin troppo cruda, considerando che si
tratta di un libro per bambini, quasi animalesca; però anche qui la vicenda,
nel cui lieto fine è coinvolto Clay /Peso, è gestita bene, con un ritmo
frizzante e con umorismo.
Un’ultima
postilla. Se nel caso del primo libro si è mantenuta la copertina ( e il
titolo) originale, per il secondo Salani non ha fatto una buona scelta:
probabilmente parlare di “selva” piuttosto che di bush ha reso la comprensione più immediata per il piccolo pubblico
ma la copertina dell’edizione italiana a mio avviso è davvero BRUTTA!
Grazie Scarlet! Mi hai fatto venire voglia di leggere questa E. Honey!
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