MYRNA ...



Sergio Algozzino / Deborah Allo, Tunué

VOTO: 8.5

Myrna è una ragazzina nata sotto la maledizione di un’ombra, che le ha dato uno strano potere oscuro: tutto ciò che tocca direttamente a mani nude muore – e per questo indossa delle bende, ma questo non vale per le piante che al contrario, con il suo tocco rifioriscono.
Myrna scapperà di casa per sfuggire alla minaccia dell’ombra e giungerà al castello di Uilliam (scritto proprio con la “U”), che vede in lei un dono, anche se la giovane pensa di aver rovinato la vita dei suoi genitori, e forse anche la sua imponendo mille limitazioni. Il negromante Uilliam ha costruito una villa in cui si raduna un gruppo di bambini ma, con la scusa di tenerli al sicuro dal mondo esterno, l’uomo li tratta come servi facendosi chiamare “Signore”: questa, anche se è solo un’etichetta, marca una forte gerarchizzazione di quel microcosmo sociale.
Nella creazione di un luogo separato dal resto ho rivisto LA CASA DEI BAMBINI SPECIALI DI MISS PEREGRINE da cui Tim Burton ha tratto un bel film con Eva Green, anche se forse per poter dare un giudizio più accurato dovrei aver letto i libri di Ransom Riggs.
Anche i disegni hanno un che di burtoniano, vicino alla ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE in versione gotica ideata da Stefano Bessoni. Infatti, alcune scene sono davvero forti e i colori sono molto cupi, ad eccezione degli sprazzi di luce dati dalla folta chioma rossa di Myrna – che ha l’aspetto celtico di Merida di RIBELLE della Disney-Pixar. - e dai fiori che, toccati dalla protagonista sembrano risplendere. In mezzo ai toni scuri della storia, mi è piaciuto molto il modo in cui è stata resa la trasparenza della serra di Villa Uilliam, con semplici segni bianchi non troppo precisi.

Dal punto di vista narrativo, la trama rimanda alla dimensione del mito: Medusa la pietrificatrice o Re Mida che trasformava tutto in oro. Pensando a Mida mi è quindi venuto in mente il libro THE GLASS SPARE di Lauren Di Stefano, retelling al femminile della celebre leggenda che, forse proprio per questa componente, si avvicina ancora di più a MYRNA E IL TOCCO DELLA MORTE (sto aspettando con ansia di poter leggere la duologia della Di Stefano, magari tradotta in italiano!)

Abbiamo poi un plot twist inatteso nello scoprire che Uilliam ha un figlio. In questo ho visto una bella riflessione sull’essere padre: Uillam non accetta il piccolo incolpandolo anche della morte della moglie, tanto da non avergli nemmeno dato un nome. Si tratta di qualcosa di molto simile a quanto avviene in IL GIARDINO SEGRETO: qui il bambino – Colin – è certamente cagionevole ma non ci sarebbe ragione per tenerlo rinchiuso in una stanza perché, se curato con amore, il ragazzo potrebbe perfino camminare. Ancora una volta mi riferisco alle trasposizioni del romanzo di Frances Hodgson Burnett e non al libro cartaceo, che ho appena ordinato e conto di poter leggere presto.

Una sola cosa non mi è piaciuta di MYRNA E IL TOCCO DELLA MORTE ed è un problema che ho riscontrato con moltissime altre graphic novel o fumetti auto-conclusivi, ossia l’eccessiva rapidità con cui si svolgono gli eventi. Tuttavia riconosco che questo potrebbe essere un problema mio, dal momento che io sono abituata a leggere manga, ovvero opere seriali impostate su una narrazione lunga.



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