CINTURA NERA
Eduardo
Rabasa, Sur Edizioni
VOTO:
8.5
Fernando
Retencio è un fixer che lavora all’Agenzia Soluzioni per trovare
brillanti ed elaborati espedienti che risolvano i problemi che gli
presentano i clienti. La ditta è guidata dal fantomatico Signor
Sorriso, inarrivabile figura olimpica che a tanti critici italiani ha
ricordato il Mega-Direttore Galattico di fantozziana memoria (ma in
Messico non hanno idea di chi sia Fantozzi!)
Mi
viene invece da pensare che la Soluzioni sia la parodia di una casa
editrice, basata sull’esperienza diretta di Eduardo Rabasa che, con
il fratello Diego, ha fondato la Editorial Sexto Piso: gli editor
infatti hanno spesso a che fare con le richieste stravaganti degli
scrittori, no?
In
CINTURA NERA riecheggia il Grande Fratello di Orwell,
di cui Rabasa è traduttore. L’occhio onnisciente è paragonabile
ai criptici messaggi del Signor Sorriso che Retencio decifra (o crede
di decifrare) ogni mattina; e dal tabellone che quotidianamente
trasmette la posizione di ciascun impiegato, dagli intercambiabili
Pérez alla Cintura Nera, il massimo grado dei solutori.
Questo
libro può sembrare divertente, ma a mio avviso cela un’amara
ironia che ci avvicina ogni giorno di più alla distopia, cioè
all’utopia negativa. Si può forse sorridere di un gruppo di
cheerleader che arriva cantando e ballando ad annunciare il
licenziamento di chi “è stato nominato” dall’algoritmo, come
in un reality show sul precariato, ma c’è da spaventarsi o da indignarsi a
pensare che l’autore si è documentato studiando i piani di note
aziende della Silicon Valley!
Retencio,
tutto assorbito dalla carriera non ha quasi interazioni umane se si
esclude sua moglie Karla. Il suo unico “amico” è il tuttofare
Dromundo; ma in entrambi i casi si tratta di relazioni di potere,
asimmetriche delle quali Retencio tenta in ogni modo di mantenere il
controllo, fino all’estremo: Dromundo deve inventarsi un sindacato
eteronimico.
Tuttavia
il nostro protagonista deve rassegnarsi a perdere la supremazia
entrando in una dimensione onirica in cui ritrova una ragazza che
forse aveva conosciuto, e che ricorda moltissimo Poppet del IL
CIRCO DELLA NOTTE di Erin Morgenstern. Lei è il Virgilio che,
dalle ombre di un locale di dubbia moralità, lo porta in un sogno di
purezza perduta, lontano da una realtà in cui persino il sesso
coniugale è descritto in una maniera “sporca”, che provoca
disagio.
All’interno
del libro si cita a più riprese il meraviglioso SOTTO IL VULCANO
di Malcom Lowry, ma non ci sono legami stilistici o narrativi con
questo classico: l’unico trait-d’union è forse di natura
ideologica e l'aspetto labirintico di un bar/sotto-mondo. Rabasa infatti scrive in modo diretto e caustico,
portando avanti una spietata analisi del nostro presente, dove la
spettacolarizzazione delle apparenze conta più della sostanza e
delle idee e dove anche la povertà diventa un business.
Recentemente
è uscito in Italia un altro romanzo che affronta temi simili: si
tratta di LA MACCHINA DELLA FELICITÀ
di Katie Williams, in cui la macchina chiamata Apricity fornisce un
“piano di appagamento” individuale per aumentare il proprio
livello di felicità.
In
uno scenario amaramente superficiale, Retencio insegue il miraggio
della Cintura Nera come il suo antagonista, lo scrittore Martín
Von Schausen insegue il romanzo d’avanguardia. In questo caos di
desideri, l’unico concreto è Dromundo che fa di tutto per
difendere la propria dignità, moderno Sancho Panza che non si fa
abbindolare dalla favola dell’Isola di Baratteria.
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