GO DOWN MOSES William Faulkner
Einaudi, 2002
Dipinto: Una Famiglia di Cervi con Cascata - Gustave Courbet
Il
titolo, tornato nella sua versione originale in questa nuova traduzione italiana,
si rifà a un canto spiritual / gospel
che in origine parla del popolo ebraico prigioniero in Egitto.
Questo
libro s’inserisce nell’epico panorama della contea immaginaria di Yoknapatalupha,
nel Sud degli Stati Uniti.
Si
tratta di un “romanzo di racconti” che narra le vicende di due famiglie, una di
neri e una di bianchi tra loro imparentate. In questo complesso paesaggio di
rapporti umani, razziali e di potere, s’inscrive una terza categoria di
persone: gli “Old People” – La “Gente di un tempo”, cioè i Nativi-Americani che
conservano la fierezza e il coraggio di una volta, ma sembrano aver perso
qualsiasi altra cosa se non il loro rapporto con la Natura. E poi ancora, una
quarta tipologia più misteriosa, ancestrale e profonda: gli Aborigeni Americani
primigeni arrivati dall’Alaska o forse addirittura dall’Asia. Tutta questa
varietà umana si confronta con una Natura non matrigna ma senz’altro
indifferente, rappresentata con una simbologia panteista che mi ha ricordato
tantissimo i film del regista giapponese Hayao Miyazaki ma che può essere
accostata anche ad altre esperienze di caccia e iniziazione, come GOLDEN KAMUI – capolavoro manga dove i
protagonisti sono gli Ainu, cioè gli “Old People” del Giappone; ma potrei
citare anche L’ORSO di James Oliver
Curwood o CUCINARE UN ORSO di Mikael
Niemi.
A
Faulkner piace raccontare storie e lo fa con la maestria di un consumato
story-teller orale, trascinandoci in una complicatissima genealogia dal sapore
biblico che è quasi impossibile seguire perché tutti hanno nomi simili, ma
questo – che potrebbe sembrare un difetto – non è in realtà importante perché
dopo un po’ il lettore si lascia trasportare dallo scorrere del racconto. È come
leggere CENT’ANNI DI SOLITUDINE
sentendo i decenni fluire e le generazioni passare, diverse eppure immutate; i
personaggi cambiano ma rimangono uguali a se stessi.
Che dire,
lo stile di Faulkner è stupendo, denso e corposo; ricco pieno e poetico: ogni
paragrafo è perfetto come solo un grandissimo scrittore poteva concepirlo.
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